Roby
Questo post è dedicato interamente ad un-film-che-non-c'è, ma che in realtà esiste (eccome!) e che potrebbe essere gustato da chiunque ami sia Parigi sia Audrey Hepburn: basterebbe armarsi di santa pazienza e montare insieme, in successione, tutti gli spezzoni delle numerose pellicole da lei interpretate in cui la capitale francese c'entra (eccome!), per un verso o per l'altro. Già dai tempi di Sabrina, del resto, la nostra eroina mostra una spiccata predilezione per il made in France, come è testimoniato dalla mise, degna degli Champs Elysées, con cui fulmina William Holden alla stazione.
Ma se vogliamo godere in pieno del fascino della Ville Lumiére unito a quello della dolce Audrey dobbiamo correre a rivedere Cenerentola a Parigi (Funny face)*, il musical in cui la canzone Bonjour Paris si trasforma in una perfetta cartolina illustrata in movimento, tutta da guardare!
*Chiunque volesse farlo, può cliccare su
http://www.youtube.com/watch?v=JxFEN6Z2VIA
Ma se vogliamo godere in pieno del fascino della Ville Lumiére unito a quello della dolce Audrey dobbiamo correre a rivedere Cenerentola a Parigi (Funny face)*, il musical in cui la canzone Bonjour Paris si trasforma in una perfetta cartolina illustrata in movimento, tutta da guardare!
*Chiunque volesse farlo, può cliccare su
http://www.youtube.com/watch?v=JxFEN6Z2VIA
Lo stretto legame tra le due signore dello schermo (la città e l'attrice) si riconferma qualche anno dopo in Sciarada, intrigo internazionale di stampo hitchcockiano, dove boulevards, quais e metro giocano ruoli importanti, facendo validamente da contrappunto alle peripezie di Audrey -vedova americana in pericolo- e di Cary Grant, agente incaricato di proteggerla: ambedue alla ricerca -secondo la miglior tradizione delle spy-stories anni '60- di un microfilm da cui dipendono i destini del mondo, o suppergiù.
Decisamente più leggerino, ed in alcuni tratti quasi demenziale, quell'Insieme a Parigi dove la ex-Sabrina ritrova il sempre discreto Holden, stavolta sceneggiatore cinematografico in crisi creativa, aiutandolo a scrivere il plot di La ragazza che rubò la torre Eiffel: il tutto con risultati abbastanza disastrosi, per ambedue i film in oggetto. Ma in fondo, che importa? Ci troviamo di nuovo nella capitale francese, e possiamo di nuovo sederci al Cafè De Flore, o passeggiare per Faubourg St-Honoré, o incollare il naso alle vetrine di Place Vendôme (benchè, ahimè, molte delle scene siano girate in studio). E che la Hepburn si trovasse bene, in riva alla Senna, è testimoniato anche dalla disinvoltura con cui indossa i modelli creati per lei -qui come in altre occasioni- da Givenchy, particolarmente adatti alla sua deliziosa figurina.
Come terminare la lunga proiezione a cui vi ho finora "obbligati"? Con l'ultima performance parigina di Audrey, in cui -coadiuvata dall'affascinante Peter O'Toole- riesce addirittura a rubare una statuetta di inestimabile valore, predisponendosi così a vivere ricca e felice per il resto dei suoi giorni. E dove attuare un piano tanto audace e rocambolesco? In quella che di Rocambole è la patria, naturalmente! In quale altro luogo al mondo potrebbero svolgersi, restando perfettamente plausibili, vicende così diverse, incredibili, fantasiose, quasi assurde?
E lei, leggera, eterea eppure dotata di forte personalità, si muove a suo agio tra galeries e bistrots, passando dal Pont Neuf all'Île de la Cité con i suoi tailleurini svelti, i suoi fuseaux sbarazzini, i cappellini buffi e -ai piedi- "ballerine" apparentemente fornite di ali. Bien sûr, ali: perchè d'un tratto sembra di vederla levarsi in volo, al di sopra dei bateaux-mouches e dei clochards, per danzare nell'aria frizzante della primavera a Parigi, fino a scomparire lassù, in alto, oltre la punta estrema della trionfante Tour Eiffel.
E lei, leggera, eterea eppure dotata di forte personalità, si muove a suo agio tra galeries e bistrots, passando dal Pont Neuf all'Île de la Cité con i suoi tailleurini svelti, i suoi fuseaux sbarazzini, i cappellini buffi e -ai piedi- "ballerine" apparentemente fornite di ali. Bien sûr, ali: perchè d'un tratto sembra di vederla levarsi in volo, al di sopra dei bateaux-mouches e dei clochards, per danzare nell'aria frizzante della primavera a Parigi, fino a scomparire lassù, in alto, oltre la punta estrema della trionfante Tour Eiffel.
Eh, cara Roby, la tua scrittura è sempre leggera come il passo di Audry. Ma come fai?
RispondiEliminaDeliziosissima veramente!
RispondiEliminaAudrey Hepburn è bellissima anche con i vestiti della nonna... (E' l'unica cosa che riesco a dire)
RispondiEliminaMAZ, se la mia scrittura è più o meno leggera, il merito -o la colpa- non è mio: è la tastiera che "mi ordina" di essere usata in un certo modo, ed io seguo docilmente i suoi comandi. (NB: non sto affatto scherzando: è proprio così!)
RispondiEliminaGABRILU, del tuo giudizio di esperta parisologa ero sinceramente preoccupata ...MA SEI SICURA DI NON AVER SALTATO QUALCHE PARAGRAFO?????
GIULIANO, sì, certo: infatti, è carinissima anche quando, in My Fair Lady, è ancora la povera fioraia stracciona!!!!
Aurevoir a todos!!!
Mi sa che la vista logica Parigi nel cinema avrà diversi post... per il momento non dico altro, ne vedremo delle belle (attrici, soprattutto)!
RispondiEliminasaludos
Solimano
Audrey, il suo stile, la sua eleganza, l'atmosfera parigina...un mix a dir poco perfetto! Non esistono più attrici come lei!
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