Solimano
L'amore fra Tunin (Giancarlo Giannini) e la Tripolina (Lina Polito) è sbocciato solo pochi giorni fa. Tunin è un contadino lombardo che non è venuto a Roma per cercarsi la morosa, ma perché anarchico. Un suo amico, anarchico come lui, è stato ucciso dai poliziotti davanti ai suoi occhi, e Tunin ha deciso di vendicarlo sparando a Mussolini. Ha dovuto organizzarsi, non sono cose semplici, e la cosa meno difficile è stata quella di procurarsi una rivoltella con le pallottole. Poi ha deciso che per non farsi notare troppo è meglio vestirsi come un borghese, non come un contadino. Così sarà più difficile che la polizia lo fermi, in genere se la prendono con quelli mal vestiti.
A Roma è bene andare qualche giorno prima della manifestazione a cui lui sa che parteciperà Mussolini, e questa è una cosa più difficile, perché occorre quella che noi chiameremmo una base d'appoggio, non può dormire all'aperto vestito in quel modo. Lo aiuta il fatto che gli anarchici, pochi e perseguitati, si conoscono fra di loro e se possono si tengono in contatto, anche se abitano in posti diversi. Così si è messo d'accordo con Salomè (Mariangela Melato), una romagnola che è anarchica come e più di lui, e che fa il mestiere nella casa di tolleranza di via Fiori, una delle più belle case di Roma. Lì esercita anche la Tripolina, ma Tunin non ci aveva fatto caso: di donne ce ne sono tante e lui è venuto a Roma per altri motivi.
Ma Salomé è la prediletta di un fascista, Spatoletti (Eros Pagni), un tipaccio grande e grosso che non si stanca mai di lei, che la domenica vuole portarsela in campagna sulla motocicletta. Per meglio dire, è una motocarrozzetta, o motocicletta col carrozzino, noi diremmo un sidecar, ma allora era vietato parlare così.
Spatoletti, più che parlare, urla in continuazione, e Salomè ha avuto una idea. Ci sarebbero quattro posti, allora Salomè, per non ascoltare solo le urla di Spatoletti, ha pensato di farsi accompagnare da Tunin e dalla Tripolina, che è napoletana, una sua compagna di lavoro più giovane. Tripolina è molto popolare in via Fiori, anche se Spatoletti dice che non c'è paragone con Salomè.
Così sono andati in campagna in quattro, i due uomini sulla moto e le due donne sul sidecar, pardon, sulla carrozzina. Spatoletti ha la cuffia del motociclista, gli altri tre, siccome Spatoletti corre, sono costretti a tenersi in testa i cappelli con una mano, se no volano via. E nella trattoria di campagna, mentre Spatoletti e Salomè dopo aver mangiato sono subito corsi in camera, è nato l'amore fra Tunin e la Tripolina, prima nella stalla fra le vacche, ma Tunin ha deciso che era il caso di mettersi comodi ed hanno preso una camera anche loro. E' toccato agli altri due aspettarli, non uscivano più.
L'amore è reciproco, cercano di non parlare dell'attentato perché Tripolina non sarebbe d'accordo, lei vuole che il suo uomo sia vivo e libero, per intanto il poco tempo che hanno decidono di passarlo bene. Tunin si è vuotato le tasche, perché non vuole che la sua morosa vada con altri, allora ha dato i soldi a Madame Aida (Pina Cei), e oggi, visto che è una bella giornata - l'attentato è previsto per domani - hanno deciso di farsi una bella passeggiata per Roma. Tunin la città non la conosce, Tripolina la conosce poco perché sta quasi sempre rinchiusa, Madame Aida ha autorizzato l'uscita e Salomè ha spiegato i posti.
Passano in un piazza con una grande chiesa, poi cominciano a salire, la meta finale è il Pincio. Intanto si guardano attorno, perché, man mano che salgono il panorama si vede sempre meglio. Si fermano anche ad un tavolino per una bibita e Tripolina offre a Tunin una caramella, salgono ancora - incrociano una balia - e finalmente arrivano in un gran bel posto con un caffè all'aperto con musica. Una orchestrina tutta di donne: arpa, chitarra, violino e violoncello. C'è gente, ma non troppa e tutta ben vestita.
Solo che c'è un guaio: sul Pincio c'è anche Spatoletti, che tutti i giorni o quasi va in quella casa di via Fiori, ma che non si sognerebbe mai di andare a spasso nel centro di Roma a braccetto con Salomè. Si diverte a sfotterli, poi finalmente se ne va, solo che si siede ad un tavolo con la sua compagnia borghese, a cui evidentemente racconta tutta la faccenda, difatti li guardano e ridono. Tripolina è imbarazzata ed arrossisce, Tunin chiama il cameriere per pagare e prosegue la passeggiata, a braccetto col suo amore, verso il Pincio di cui si intravedono i monumentini. E' stata una bella giornata, malgrado quel villanaccio di Spatoletti, domani sarà un giorno diverso.
"Vedere" Roma, dal vivo, al cinema o semplicemente con gli occhi della memoria, per me è sempre un piacere inenarrabile!
RispondiEliminaThank you!
Roby