Per la versione hollywoodiana della prostituta redenta io ho un debole, inutile negarlo. Mi si può dimostrare, prove alla mano, che non è che una pallida copia della Traviata, peraltro citata nella sceneggiatura; mi si può pure spiegare pazientemente che si tratta soltanto dell'ennesima rivisitazione della vecchia Cenerentola; fatto sta che al personaggio di Vivian io resto visceralmente affezionata, così come alla gran varietà di vestiti che indossa, con invidiabile disinvoltura, dalla prima all'ultima inquadratura, trasferendo a ciascuno qualcosa di sé. Basta guardare come riesce a trasformare la sua mise da peripatetica (top bianco, minigonna e stivaloni) solo aggiungendo una camicia bianca "rubata" a Richard, ed eliminando la parrucca bionda per dare libero sfogo alla chioma fiammeggiante.
Perfetta, no? Così, semplice e "pulita", è pronta per provare, nel lussuoso negozio che lui ha monopolizzato per lei, quella girandola di modelli a suon di musica che costituisce una delle sequenze più note e più riuscite di tutto il film, fino ad uscirne trasformata in una sophisticated lady completamente irriconoscibile. Credo non ci sia donna, per quanto anticonformista, alternativa o semplicemente bastiancontraria, che non vorrebbe ricevere altrettanto ammirati sguardi maschili al suo passaggio: a me, ad ogni buon conto, piacerebbe un sacco, anche se dubito che il tailleur bianco panna ed il cappello a tesa larga in tinta mi donerebbero quanto alla Roberts!
L'abito da sera rosso (Valentino?) con guanti lunghi e prezioso collier abbinato è forse un po' troppo vistoso, persino per una abituata a battere il marciapiede, ma alla mia amica Vivian perdono volentieri qualche piccolo eccesso. Del resto, quella è una serata eccezionale: un jet privato l'aspetta per portarla -dopo un volo coast to coast- al Teatro dell'Opera, dove si rappresenta l'immortale vicenda d'amore e di morte della sua antenata Violetta, che cantando appassionatamente Amami Alfredo la commuove fino alle lacrime... fino a farle rispondere entusiasticamente "Che bello! Mi si sono intorcinate le budella!" ad un'anziana ed incauta vicina di palco che le chiede se le sia piaciuta la romanza.
Ma il top dei top -sartorialmente parlando- di tutto il film è senz'altro il vestito a pois senza maniche sfoggiato durante la partita di polo. Non sono una stilista, nè una creatrice di moda, e riesco a malapena ad accorciare un orlo o ad attaccare un bottone: ma sono sicura di quello che dico quando affermo che questo è un modello intramontabile, al di là del tempo e dello spazio, al di sopra del trendy, del fashion e persino del vintage. Ho letto da qualche parte che la produzione, al termine delle riprese, offrì in regalo a Julia Roberts uno a sua scelta fra tutti gli abiti di scena, e che lei -senza esitare- indicò proprio questo. Neppure io, nel mio piccolo, avrei avuto dubbi: così come mi illudo (al pari forse di tante altre spettatrici) che un modello del genere, con qualche piccola modifica qua e là, sarebbe stato bene anche a me... magari portato insieme ad un Richard Gere d'annata appeso con nonchalance al braccio destro.
L'abito da sera rosso (Valentino?) con guanti lunghi e prezioso collier abbinato è forse un po' troppo vistoso, persino per una abituata a battere il marciapiede, ma alla mia amica Vivian perdono volentieri qualche piccolo eccesso. Del resto, quella è una serata eccezionale: un jet privato l'aspetta per portarla -dopo un volo coast to coast- al Teatro dell'Opera, dove si rappresenta l'immortale vicenda d'amore e di morte della sua antenata Violetta, che cantando appassionatamente Amami Alfredo la commuove fino alle lacrime... fino a farle rispondere entusiasticamente "Che bello! Mi si sono intorcinate le budella!" ad un'anziana ed incauta vicina di palco che le chiede se le sia piaciuta la romanza.
Ma il top dei top -sartorialmente parlando- di tutto il film è senz'altro il vestito a pois senza maniche sfoggiato durante la partita di polo. Non sono una stilista, nè una creatrice di moda, e riesco a malapena ad accorciare un orlo o ad attaccare un bottone: ma sono sicura di quello che dico quando affermo che questo è un modello intramontabile, al di là del tempo e dello spazio, al di sopra del trendy, del fashion e persino del vintage. Ho letto da qualche parte che la produzione, al termine delle riprese, offrì in regalo a Julia Roberts uno a sua scelta fra tutti gli abiti di scena, e che lei -senza esitare- indicò proprio questo. Neppure io, nel mio piccolo, avrei avuto dubbi: così come mi illudo (al pari forse di tante altre spettatrici) che un modello del genere, con qualche piccola modifica qua e là, sarebbe stato bene anche a me... magari portato insieme ad un Richard Gere d'annata appeso con nonchalance al braccio destro.
Che resti tra noi due, Roby, (soprattutto che non lo sappia Solimano): io vado pazza per Julia Roberts. In particolare per il personaggio di Vivian. Ho visto con piacere questo film proprio per lei, ma anche Richard merita qualche occhiata...
RispondiEliminaH.
Cara Roby, mi sa che hai toccato il tasto giusto. Me lo sono chiesto tante volte: è facile vestire in modo elegante una ragazza come la Roberts, alta e slanciata. Anche con la mia felpa starebbe benissimo, mica solo con la camicia di Gere...
RispondiEliminaE' quello che penso tutte le volte che vedo una sfilata o un servizio di moda: con delle ragazze così anch'io potrei fare lo stilista.
Ma magari è solo una mia impressione da persona non addetta ai lavori...
Roby e Giuliano, esprimo un dissenso, seppur lieve.
RispondiEliminaLa Signora Laura San Giacomo starebbe benissimo con la camicia di Richard Gere, che le arriverebbe alle ginocchia. D'altra parte, nelle donne la statura non seleziona i meriti e l'appeal, tranne che nelle sfilate degli stilisti. Poi c'è la vita reale, ed è bello che ci sia varietà, da Laura San Giacomo a Nicole Kidman, da Elizabeth Taylor a Sigurney Weaver. Mentre per gli uomini è completamente diverso, e lo dico perchè mi conviene, visto che io sono alto 1,80. Però Nicola e Giuliano esagerano, col loro essere più alti di me, chissà perché questa situazione mi infastidisce. Loro non hanno nessun merito, mentre io il mio 1,80 me lo sono sudato.
Sono comunque certo cha la Signora Laura San Diacomo si è trovata un miliardario migliore di Richard Gere, lei per sedurre gli uomini non ha bisogno di battutine sul filo interdentale.
saludos
Solimano
Habanera, ma... il vestito a pois??? Che mi dici del vestito a pois????
RispondiEliminaGiuliano... sigh (sospiro dovuto al fatto di NON assomigliare affatto alla Roberts)... condivido in pieno...
Solimano... lo so, tu per la San Giacomo hai un "debole", ma un debole ...di quelli proprio "forti"!!!...
Smack a tutti
Roby
PS: Pretty Woman piaceva anche alla mia mamma: lei oggi AVREBBE compiuto 88 anni, ed io e le mie sorelle andiamo fuori a cena a "festeggiarla"... Sceme, eh?
Mettete un qualsiasi vestito a pois (specialmente bianchi su fondo blu) su una femmina ed io le cadrò ai piedi. Irresistibile.
RispondiEliminaMa sai che hai ragione, Brian?
RispondiEliminaIl mio vestito blu a pois bianchi, lungo a metà polpaccio, ha fatto più stragi di cuori di quanto possa fare un intero guardaroba.
E' la quintessenza della femminilità, altro che minigonna...
H.
Un saluto alle sorelline di Roby, e anche alla mamma (che di sicuro c'è, da qualche parte o da tutte le parti).
RispondiEliminaGiuliano, questa volta a Roby hai detto un cosa veramente bella, e lei ne avrà piacere. La faccio anche mia, e credo che altri siano interessati a farla propria. E' bene che certe cose vengano dette.
RispondiEliminasaludos, companero
Solimano
...commossa e un po' "rimbischerita" (= confusa) da tanta gentilezza, ringrazio... La cena è stata ottima e la mamma era SICURAMENTE con noi!
RispondiElimina[;-*]
Roby
eh si..proprio ieri sera ho visto per la milionesima volta questa intramontabile pellicola..e come ogni vota mi sono innamorata dell'abito a pois..tanto che ho deciso di farmelo fare dalla sarta..certo, non sono Julia Roberts e non ho un mio Richard Gere però..quell'abito è stato il mio primo amore..e spero di poterne avere anche solo una brutta copia!!
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