giovedì 29 novembre 2007

I soggetti nel cinema: l'archeologo superstar

Roby

Il cinema ed i suoi sceneggiatori hanno cominciato ad attingere molto presto al mondo dell'archeologia (o meglio alla versione avventurosa e immaginifica di esso), influenzati probabilmente in questo dalla straordinaria eco suscitata dalla scoperta della tomba di Tuthankamon, nel 1922. La mummia (1932), dalle cui bende emerge con inquietante lentezza il terrificante Boris Karloff, sarà destinata a procreare un'intera stirpe di intrepidi scopritori di antichi tesori, assolutamente indifferenti alle maledizioni di suscettibili faraoni. Si potrebbe pensare che l'antico Egitto sia la location esclusiva di simili vicende, ed in effetti piramidi e sarcofagi qui la fanno da padrone: ma -come la saga di Indiana Jones insegna- preziosi reperti e insospettabili passaggi segreti si trovano anche in altre parti del globo, dalle Americhe all'India, passando perfino per la penisola italica.
Proprio a casa nostra è ambientato il cupo L'etrusco uccide ancora, co-produzione nostrana anni '70 in cui il pericolo si annida tra le necropoli dell'antica Tuscia, fra demoni alati, urne cinerarie e iscrizioni ancora più indecifrabili dei geroglifici. Ovviamente, i protagonisti si guardano bene dallo starsene tranquilli, limitandosi a studiare la materia in biblioteca: e allora via, tra tumuli e sepolture in piena notte, meglio ancora avventurandosi in profondi cunicoli col solo ausilio di un accendino. Che poi l'etrusco del titolo si stufi di ritrovarsi fra le balle tanti smaniosi emuli di Carnarvon e Carter, e decida quindi di liberarsene una volta per tutte, in fondo ci meraviglia poco. Così come risulta irresistibilmente comica (per non dire grottesca... ma oggi voglio essere buona!!!) l'egittologa Erika Vattelapesca di Lesley-Anne Down in Sphinx (1982). La quale, benchè molto fotogenica, dimostra di non aver letto, prima di mettere piede sul set, neppure un Bignamino sulla professione dell'archeologo, perchè la credibilità del suo personaggio è a livello sottozero, a cominciare dal modo di vestire. Posso parlare dell'argomento con cognizione di causa, avendo partecipato in gioventù a più di una missione archeologica nel medio Egitto: e vi assicuro che i completini di lino bianco, le borsone a tracolla e le scarpette di Erika/Lesley sono quanto di meno adatto riesco ad immaginare per un lavoro di scavo sotto il sole, tra polvere e mosche fameliche. In pellicole del genere, poi, si sprecano le figure losche, velate e magari con una benda sull'occhio, che invitano le incaute, giovani protagoniste ad improbabili appuntamenti a mezzanotte dietro la settima duna a nord della piramide di Cheope. Appuntamenti subito accettati con entusiasmo, che puntualmente si concludono con un bel capitombolo in fondo al più remoto pozzo sepolcrale, senza alcuna (apparente) via d'uscita.

Stargate (1994)

Andiamo decisamente meglio -almeno per i miei gusti- quando sullo schermo compaiono le avventure del fanta-archeologo James Spader in Stargate, curioso esperimento di mixer fra il genere Indiana Jones e la fantascienza stellare. Anche qui gli spunti faraonici non mancano, seppure proiettati su un pianeta lontano secoli-luce, accessibile solo attraverso la magica porta-delle-stelle ritrovata appunto in Egitto: e se i personaggi rispondono a clichés ben noti (il militare dagli occhi di ghiaccio ma dal cuore tenero, l'intellettuale occhialuto un po' imbranato ma geniale, le bella fanciulla depositaria della chiave del mistero, ecc.) gli interpreti risultano tuttavia accettabili grazie ad un'indubbia professionalità, senza contare il fascino dei sofisticatissimi effetti speciali.

La mummia ( 1999)

Ancora bende, camere funerarie, sacri sigilli e sabbia a tonnellate nel recente remake della Mummia, dove sia l'archeologo buono che il sacerdote cattivo hanno fisici potenti e muscoli esplosivi, di cui entrambi si servono in abbondanza nelle infinite sequenze di scontro corpo a corpo. In pratica, si tratta di una sorta di grande cine-videogame: ed infatti, se non erro, ne è stato tratto un gioco per la Playstation che sicuramente avrà fatto la gioia di più di un pargolo. Nel complesso, mi sono divertita, sebbene mi sia rimasta sgradevolmente impressa la scena delle migliaia di scarabei carnivori che divorano vivo il malcapitato di turno, chiuso sottovuoto in un sarcofago: ed a nulla sono valse, per tranquillizzarmi, le spiegazioni di mia figlia ("Mamma, non lo vedi? Mica sono veri: è tutta computer graphic!").

Il codice Da Vinci (2006)


Grandissima delusione, invece, per lo studioso criptologo di Tom Hanks nel Codice Da Vinci, eccessivamente strombazzata versione cinematografica del best-seller di Dan Brown. Invecchiato e decisamente imbolsito, accanto ad una Audrey Tautou desolatamente scialba, non mi è sembrato affatto incarnare il professor Robert Langdon, che lo stesso autore (tentando forse di dare suggerimenti per il futuro casting) descrive come fisicamente somigliante ad Harrison Ford. L'intero film non funziona bene quanto il romanzo, e a mezz'ora circa dall'inizio si sbadiglia già alla grande, cercando la posizione più comoda in poltrona per schiacciare un sano pisolino. Chissà cosa mai avranno trovato di così pericoloso, quelli della CEI, in una pellicola tanto soporifera? Ah, saperlo...
E chiudiamo con l'ultimo, in ordine di tempo, fra i simil-archeologi del grande schermo: Nicolas Cage, il Benjamin Franklin Gates star del Mistero dei templari (2004) che presto -vi regalo questa chicca in esclusiva- tornerà ad allietarci con un altro Mistero, quello delle pagine perdute.
Il marchio di fabbrica, stavolta, è rigorosamente made in USA, sia dal punto di vista delle locations che da quello del plot, ispirato in ambedue i casi alla storia americana: al centro del primo capitolo, la Dichiarazione di indipendenza del 1776, mentre l'imminente Part two ruota intorno al diario perduto di Abramo Lincoln. Lo confesso: della prima avventura ho capito sì e no la metà, forse perchè non ho la cittadinanza a stelle e strisce... In previsione della seconda, vedrò di documentarmi, in modo da arrivare al cinema adeguatamente preparata. E tanto per cominciare, dato che si avvicina l'ora di cena, vi saluto e scappo a cercare il McDonalds più vicino: così, giusto per cercare ispirazione in un doppio cheeseburger con patatine e ketchup...












Il mistero dei templari (2004)





Il mistero delle pagine perdute
(in uscita il 21 dicembre 2007)

6 commenti:

  1. Cara Roby, - wow! – che bel post!! Qui c’è da parlare per due o tre ore. Vediamo:
    - “L’etrusco uccide ancora” me lo ricordo benissimo, è stato uno dei miei primi film “da adulti”. (a dire il vero, mi ricordo benissimo soltanto una battuta alla ragazza biotta sdraiata sul letto: se vuoi te la ripeto, battuta di lui e risposta di lei, ma non qui che mi vergogno).
    - “La sfinge” l’ho intravisto un paio d’anni fa facendo zapping, e l’ho memorizzato perchè ci sono delle sequenze documentaristiche davvero notevoli. Poi il film è quel che dici tu, ma le panoramiche sulle piramidi e la sfinge sono belle e piuttosto rare.
    - “La mummia” con Karloff è un filmone! Dura poco, ma quella mano spettrale che si allunga da fuori campo a riprendersi il papiro è un capolavoro. I remakes sono divertenti, ma vuoi mettere??
    - Bellino “Stargate”, hai ragione. Concordo anche su tutto il resto, anche se il mio lavoro di archeologo si è fermato ad uno scavo fuori Viterbo di tanti anni fa...
    - Il “Codice, se mai lo guarderò, sarà solo per rivedere Amélie...
    Passo e chiudo.
    (forza Roby, che quota cento è vicina!!)
    (PS: “biotto” è il vocabolo milanese per “gnudo”)

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  2. Caro Giuliano,
    il tuo commento mi ha suscitato una doppia, anzi tripla curiosità:

    1. sapere in che càppero consisteva la battuta del film incriminato

    2. capire meglio la storia dello scavo archeologico fuori Viterbo

    3. approfondire la conoscenza delle voci dialettali milanesi

    [:->>>]

    A la prochaine

    Roby

    PS: altro che vicina a 100!!! La strada è ancora in salita...

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  3. Cara Roby, nel film di Crispino c'è un botta e risposta che non può lasciare indifferente un tredicenne: il giovane vede la giovane biotta sdraiata a pancia in giù sul letto e le dice che ha una parte anatomica piuttosto consistente.
    La giovane risponde: "No, la mia suddetta parte anatomica non è così consistente come tu stai insinuando"
    (ovviamente, con meno di dieci parole tra tutti e due).
    (la suddetta parte anatomica era molto ben fatta, per quel che me ne posso ricordare)
    Niente a che vedere con l'archeologia, comunque...

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  4. Roby, a me piacerebbe che un regista sveglio facesse un bel film picaresco sulla archelogia in Italia. Perché è successo veramente di tutto, l'ho toccato con mano.

    Tarquinia. C'erano più tombe etrusche che abitanti, la gran parte delle tombe non agibili se non al saccheggio dei tombaroli: ho informazioni certe, ed il commercio era consistente.

    Al mare trovai una coppia giovane e ricca che aveva preso una solenne fregatura e lo raccontava così, quasi vantandosene. Li avevano portati di notte con lamade a visitare una tomba etrusca appena scoperta, loro fecero una offerta per comprarsi tutto, decorazioni e anfore di ogni tipo. Combinarono. Scoprirono dopo un po' di mesi che era tutto falso, tranne il buco preliminare che quelli avevano fatto per decorarlo poi con robe da mercatino.

    Un mio collega mi mostrò degli affreschi di provenienza sospetta, pensava di aver fatto l'affare della vita. Quando osservai che le case sul fondo non erano in propettiva e il gonnellone in primo piano sì, sbiancò, ma l'avevo detto ingenuamente... quasi mi tolse il saluto! Per me, sapeva benissimo anche lui che era un falso, ma ci teneva ad avere l'illusione del colpaccio. Ma le storie sono veramente tante... un regista potrebbe trrne un film tipo il Bidone di Fellini, magari un po' più allegro.

    saludos y besos
    Solimano

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  5. Caro Giuliano, archeologia o no, quando una parte anatomica è fatta bene, nulla da eccepire!!!!

    Caro Solimano, la storia della coppia imbrogliata e contenta è al limite della leggenda metropolitana!!!!

    Cari tutti, ve li immaginate, gli archeologi del futuro, a indagare sulle differenze fra i resti di un telecomando, di un mp3 e di un telefono cellulare, cercando di ricavarne l'esatta datazione del materiale di scavo??? NON LI INVIDIO!!!!

    Roby

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  6. Cara Roby, ci sono già quelle storie sulla radio come reperto babilonese (o sumero, non mi ricordo più), e sulle torce elettriche degli egizi... Chissà se sono vere, a me piacerebbe di sì.

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