C'e' il remake e c'e' il sequel (non abbiamo una traduzione in italiano? sfruttiamo la potenza del blog per imporla: rifaciture e seguiti?). Ci sono poi diversi film tratti dallo stesso libro: a volte si tratta di remake, a volte sono film del tutto nuovi (i diversi "postini" che suonano tre volte: il primo e' quello di Visconti in Ossessione).
I grandi cicli affrescati con le storie del Nuovo Testamento sono remake uno dell'altro, anche se lo scopo della rifacitura era diverso.
Una delle ragioni per cui Hollywood fa i remake e' che il pubblico americano di massa odia i sottotitoli e i doppiaggi. Cosi' la Femme Nikita e' stato rifatto per il grande pubblico, dopo che il piccolo pubblico degli eurofili lo aveva visto sottotitolato. In sede di rifacimento, come spesso accade, al film vennero imposti alcuni stilemi tipicamente americani. Nulla deve essere dato per scontato, per esempio: il finale del remake e' quanto di meno misterioso ci possa essere, lontanissimo dall'originale francese, che era freddo, ma compatto.
Alle volte, invece, il remake serve a ringiovanire una storia del passato, magari "attualizzandola". In entrambi i casi il remake e' del tutto simile alla traduzione, piu' specificatamente alla traduzione poetica. C'e' dietro tutto un ottimismo molto illuminista sul predominio del contenuto sulla forma, cio' che e' assai americano.
I sequel rovesciano a volte le carte in tavola. Ricordo dall'infanzia alcuni film catastrofici giapponesi: Godzilla e King Kong (a sua volta remake di) erano cattivissimi, ma in Godzilla contro King Kong il primate diventava un eroe positivo (contiguita' genetica?).
Terminator presenta uno Schwarzenegger addirittura perfido, ma in Terminator II l'androide e' diventato buono, forse perche' il faccione di Schwarzy non poteva essere troppo a lungo associato a un personaggio negativo, visto che le attese dei teenager erano diverse.
In entrambi i casi, e ce ne sono altri, il sequel perde la carica innovativa o di sorpresa del primo prodotto nella serie, scivolando in una foschia cinematografica dove tutte le vacche sono grigie.
Il sequel o il remake "invecchiano peggio" dei loro antecedenti: ci paiono spesso piu' datati, anche se sono piu' recenti (magari molto piu' recenti). Anche questo effetto, curiosamente, e' condiviso dalle traduzioni poetiche e letterarie.
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