giovedì 6 settembre 2007

Jacques Prévert

Solimano
Mi sto guardando con calma - ma anche con un po' di agitazione, chissà perché - Les Enfants du Paradis, nella meritoria edizione su due VHS, quindi non l'assurdo bigino che dimezzò il film chiamandolo fra l'altro Amanti Perduti, e, mi è stato detto, che eliminò persino la celebre pantomima, uno dei punti più alti dell'arte del Novecento.
Le due VHS della Audiovisivi San Paolo sono in italiano. La traduzione è buona ed anche il doppiaggio lo è, ma io voglio sentire le parole di Prévert in francese, e comprerò il DVD. Del film, che ha anche i suoi difetti, come tutti, persino noi, scriverò nei prossimi giorni, ma di Jacques Prévert mi va di scrivere subito, lasciando la parola (Paroles...) a lui. Non mettendo un testo sconosciuto, come faccio di solito con sfizio, ma mettendone uno che è noto non solo a me, senza traduzione in italiano. E chi non sa il francese? Se lo studi, Prévert è una ragione sufficiente per impararlo.
Negli anni Settanta, partecipai ad una convention della multinazionale per cui lavoravo. La sede era Lisbona, ma tutto si svolgeva fra Estoril e Cascais. Più del 90% dei partecipanti erano uomini, ed era prevista anche una serata in cui avrebbe cantato per noi Juliette Greco. "Oddio!", pensai. Già una convention non è l'ambiente adatto, in genere si ha voglia di divertirsi e di farsi vedere da quelli che stanno sopra. Poi, Cascais... figuriamoci, qualcuno era persino andato a trovare Sua Maestà in esilio, fiero di esserci andato. Poi, Juliette Greco... una ricca signora ormai nella fase discendente della carriera, gli anni rapinosi di Saint Germain de Prés ormai lontani. E così fu per metà della serata: impeccabile professionalità da parte sua in mezzo ad una attenzione rispettosa e un po' annoiata. Ma poi scattò qualcosa, proprio sulle parole di Prévert, e non fummo più dei giovani ambiziosi educati ad un cinismo intelligente, fummo quello che ognuno di noi era stato e che credeva di non essere più. Quando si è stati con le parole di Prévert, anche le foglie morte non giacciono, volano alte appena il vento le visita.

Basta, ecco le parole di Jacques Prévert, chi le ha lette anche venti volte le leggerà la ventunesima, chi non le conosce potrà dire solo: ah sì!


Cet Amour
Cet amour
Si violent
Si fragile
Si tendre
Si désespéré
Cet amour
Beau comme le jour
Et mauvais comme le temps
Quand le temps est mauvais
Cet amour si vrai
Cet amour si beau
Si heureux
Si joyeux
Et si dérisoire
Tremblant de peur comme un enfant dans le noir
Et si sûr de lui
Comme un homme tranquille au milieu de la nuit
Cet amour qui faisait peur aux autres
Qui les faisait parler
Qui les faisait blémir
Cet amour guetté
Parce que nous le guettions
Traqué blessé piétiné achevé nié oublié
Parce que nous l'avons traqué blessé piétiné achevé nié oublié
Cet amour tout entier
Si vivant encore
Et tout ensoleillé
C'est le tien
C'est le mien
Celui qui a été
Cette chose toujours nouvelles
Et qui n'a pas changé
Aussi vraie qu'une plante
Aussi tremblante qu'un oiseau
Aussi chaude aussi vivante que l'été
Nous pouvons tous les deux
Aller et revenir
Nous pouvons oublier
Et puis nous rendormir
Nous réveiller souffrir vieillir
Nous endormir encore
Rêver à la mort
Nous éveiller sourire et rire
Et rajeunir
Notre amour reste là
Têtu comme une bourrique
Vivant comme le désir
Cruel comme la mémoire
Bête comme les regrets
Tendre comme le souvenir
Froid comme le marbre
Beau comme le jour
Fragile comme un enfant
Il nous regarde en souriant
Et il nous parle sans rien dire
Et moi j'écoute en tremblant
Et je crie
Je crie pour toi
Je crie pour moi
Je te supplie
Pour toi pour moi et pour tous ceux qui s'aiment
Et qui se sont aimés
Oui je lui crie
Pour toi pour moi et pour tous les autres
Que je ne connais pas
Reste là
Là où tu es
Là où tu étais autrefois
Reste là
Ne bouge pas
Ne t'en va pas
Nous qui sommes aimés
Nous t'avons oublié
Toi ne nous oublie pas
Nous n'avions que toi sur la terre
Ne nous laisse pas devenir froids
Beaucoup plus loin toujours
Et n'importe où
Donne-nous signe de vie
Beaucoup plus tard au coin d'un bois
Dans la forêt de la mémoire
Surgis soudain
Tends-nous la main
Et sauve-nous.

4 commenti:

  1. In francese è infinitamente più bella ma per chi avesse qualche difficoltà (Solimano è spietato!) ecco la traduzione in italiano:

    Questo amore
    Questo amore
    Così violento
    Così fragile
    Così tenero
    Così disperato
    Questo amore
    Bello come il giorno
    E cattivo come il tempo
    Quando il tempo è cattivo
    Questo amore così vero
    Questo amore cosí bello
    Così felice
    Così gaio
    E così beffardo
    Tremante di paura come un bambino al buio
    E così sicuro di sé
    come un uomo tranquillo nel cuore della notte
    Questo amore che impauriva gli altri
    Che li faceva parlare
    Che li faceva impallidire
    Questo amore spiato
    Perché noi lo spiavamo
    Perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato
    Perché noi l'abbiamo perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato
    Questo amore tutto intero
    Ancora così vivo
    E tutto soleggiato
    E' il tuo
    E' il mio
    E' stato quel che è stato
    Questa cosa sempre nuova
    E che non è mai cambiata
    Vera come una pianta
    Tremante come un uccello
    Calda e viva come l'estate
    Noi possiamo tutti e due
    Andare e ritornare
    Noi possiamo dimenticare
    E quindi riaddormentarci
    Risvegliarci soffrire invecchiare
    Addormentarci ancora
    Sognare la morte
    Svegliarci sorridere e ridere
    E ringiovanire
    Il nostro amore è là
    Testardo come un asino
    Vivo come il desiderio
    Crudele come la memoria
    Sciocco come i rimpianti
    Tenero come il ricordo
    Freddo come il marmo
    Bello come il giorno
    Fragile come un bambino
    Ci guarda sorridendo
    E ci parla senza dir nulla
    E io tremante l'ascolto
    E grido
    Grido per te
    Grido per me
    Ti supplico
    Per te per me per tutti coloro che si amano
    E che si sono amati
    Sì io gli grido
    Per te per me e per tutti gli altri
    Che non conosco
    Fermati là
    Là dove sei
    Là dove sei stato altre volte
    Fermati
    Non muoverti
    Non andartene
    Noi che siamo amati
    Noi ti abbiamo dimenticato
    Tu non dimenticarci
    Non avevamo che te sulla terra
    Non lasciarci diventare gelidi
    Anche se molto lontano sempre
    E non importa dove
    Dacci un segno di vita
    Molto più tardi ai margini di un bosco
    Nella foresta della memoria
    Alzati subito
    Tendici la mano
    E salvaci.

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  2. La foto di Prevert con la bambina è un Cartier-Bresson? Sembrerebbe di sì.

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  3. Habanera, tu hai fatto bene a mettere la traduzione. Io sono talmente affezionato alle parole francesi che non riesco a pensarle tradotte. Sono ostinatamente contro la traduzione delle poesie, il risultato è che la poesia tedesca e russa praticamente non la conosco, il che vuol dire che forse esagero.
    Giuliano, io pensavo di mettere la fotografia di Doisneau, quella di Prévert seduto da solo ad un tavolinetto all'aperto, con accucciato ai piedi un grande cane barbone. Ma mi è capitata questa, e molto grande, però non sono riuscito a sapere chi ne è l'autore, non credo Cartier-Bresson che comunque a Prévert di foto ne ha fatto diverse. Quella che ho inserito mi ha conquistato perché è del tutto imprevedibile, forse la bambina è seria perché Prévert le ha appena spiegato le tragedie dell'amore che dovrà affrontare nei prossimi anni.

    saludos
    Solimano

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  4. Caro Solimano, conoscendo la tua idiosincrasia per le poesie tradotte ho avuto qualche esitazione ma poi non ho resistito. Non capisco però perchè gli ultimi quattro versi continuano a separarsi dal resto del testo. Ci ho provato due volte ma sempre con lo stesso risultato.
    Vabbe', è bella lo stesso, sia in francese che in italiano.

    Ciao!
    H.

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