venerdì 3 agosto 2007

I luoghi del cinema: Il Gattopardo

Angelica nel Palazzo Chigi di Ariccia
Solimano
Ne film di Visconti c’è una scena in cui il Principe vede dalla finestra del Palazzo di Donnafugata che nella piazza Tancredi sta portando un canestro di pesche ad Angelica. Il palazzo da cui si affaccia il Principe sorge di fianco ad una grande e bella chiesa, si tratta della Chiesa Madre di Ciminna, un paese ad una trentina di chilometri da Palermo. Il palazzo invece non c’era, e fu fatto costruire apposta da Visconti per il film.
Ma non finisce qui: il Principe si ritrae dalla finestra e la ripresa passa con naturalezza dall’esterno all’interno della stanza dove sta il Principe. Non è più Ciminna, è una stanza del Palazzo Chigi di Ariccia, vicino a Roma, che simulò l’interno del Palazzo di Donnafugata. Il montaggio fece miracoli e l’illusione è perfetta. Perché Visconti scelse il palazzo Chigi di Ariccia? Perché non trovò in Sicilia qualcosa che corrispondesse al suo desiderio: bei locali al mezzanino e soffitte molto ampie ma degradate. Le soffitte sono importanti nel film, in esse si svolge l’inseguimento amoroso di Tancredi ed Angelica.
Per le scene iniziali del film fu utilizzata Villa Boscogrande ai Colli, nei pressi di Palermo, mentre per il problema dei problemi, quello del grande ballo in casa Ponteleone, fu utilizzato il Palazzo Valguarnera Ganci di Palermo, che si prestò magnificamente alle necessità. Per gli esterni dei viaggi fu molto più facile, la Sicilia era ricchissima di paesaggi sia verdi che aridi e un posto valeva l’altro. Le scene di battaglia dei garibaldini a Palermo furono girate negli stessi luoghi in cui si svolsero nella realtà.
Fu una impresa grandiosa e folle, quella del Gattopardo. A parte l’edificazione del palazzo a Ciminna, per i costumi la cura fu ossessiva, quasi maniacale, toccò ritoccare il colore delle camicie rosse una per una, a parte le discussioni che non finivano più per gli abiti di Angelica: alla fine Visconti disse che andava bene esclusivamente un abito in cui Claudia Cardinale non sembrasse una bambola.
P.S. Cercando informazioni in rete sui luoghi del Gattopardo, ho trovato questa interessante frase:
"E pensare che, come annota Gaia Servadio nella biografia dedicata a Visconti, il Cardinale di Palermo Ernesto Ruffini dichiarò nel 1964 che tre “cose” avevano contribuito a disonorare la Sicilia: la mafia, Danilo Dolci e il Gattopardo".
Credo che ancora oggi ci siano persone che ragionano, pardon sragionano, come Ernesto Ruffini. Trovo che sia un modo di argomentare losco, non mi viene un'altra parola.

Il Principe e la Principessa camminano per Ciminna

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