Una delle mie debolezze, ben nota ai familiari e agli amici più intimi, sono le borse. Borse, borsette, borsoni, valigie, zainetti, tracolle, marsupi, 24ore, trolley e simili esercitano su di me un fascino irresistibile, un richiamo imperioso a collezionarne il più possibile, finanze e spazio in casa permettendo. Dunque, non potevo non avere un occhio di riguardo per l'uso dell'amatissimo accessorio, nei tanti fim visti e rivisti al cinema e in tv. Prima fra tutti, come non ricordare la microscopica, elegante valigetta di Grace Kelly nella Finestra sul cortile, capace di contenere nelle pur ridotte dimensioni tutto l'occorrente ad un perfetto week-end? Non una borsa, ma la custodia di un sogno, lo scrigno dove conservare gelosamente il segreto della bellezza e della felicità, per estrarlo soltanto al momento opportuno.
Più ingombrante e favolosa la borsona di Mary Poppins, dalla quale Julie Andrews fa uscire di tutto, dallo spillo all'abat-jour fino all'attaccapanni, tra la meraviglia dei bambini in scena ed in platea. Anche questa mi avrebbe fatto comodo, in tante occasioni della vita di tutti i giorni. In fondo, non è che la versione apparentemente più ingenua della raffinata valigetta di Grace: la sofisticata principessa vi teneva camicia da notte in pizzo e pantofoline di raso, la burbera governante vi custodisce invece sciroppi per la tosse che cambiano sapore a seconda di chi li assaggia, metri che non misurano l'altezza ma il carattere, ombrelli col manico a testa di pappagallo che non perde occasione per aprire il becco e dire la sua... Un fuoco d'artificio di garbo e di fantasia firmato Disney, che ha segnato l'immaginario di chi era bambino negli anni '60.
Ed infine lui, Indiana Jones, l'eroe dell'Avventura con la A maiuscola: poteva mancargli una tracolla sportiva, polverosa, un po' consumata, dove infilare a casaccio oscuri frammenti di papiri egizi, preziosi rubini staccati a divinità indù, idoli aztechi d'oro massiccio, prima di ripartire di corsa, a piedi a cavallo a dorso di cammello, in cerca del tesoro segnalato sulla relativa mappa? (Attenzione, però: la X non indica mai -o quasi- il punto dove scavare!) . Della borsa di Indy ho addirittura trovato una fedele riproduzione in vendita su internet. Potrei ordinarne una, spese di spedizione comprese.... Ma no, in fondo non mi serve... e poi, il mio armadio già trabocca... Però, com'è difficile rinunciare ad un pezzetto di sogno, specialmente quando può arrivarti comodamente impacchettato a casa!
Più ingombrante e favolosa la borsona di Mary Poppins, dalla quale Julie Andrews fa uscire di tutto, dallo spillo all'abat-jour fino all'attaccapanni, tra la meraviglia dei bambini in scena ed in platea. Anche questa mi avrebbe fatto comodo, in tante occasioni della vita di tutti i giorni. In fondo, non è che la versione apparentemente più ingenua della raffinata valigetta di Grace: la sofisticata principessa vi teneva camicia da notte in pizzo e pantofoline di raso, la burbera governante vi custodisce invece sciroppi per la tosse che cambiano sapore a seconda di chi li assaggia, metri che non misurano l'altezza ma il carattere, ombrelli col manico a testa di pappagallo che non perde occasione per aprire il becco e dire la sua... Un fuoco d'artificio di garbo e di fantasia firmato Disney, che ha segnato l'immaginario di chi era bambino negli anni '60.
Ed infine lui, Indiana Jones, l'eroe dell'Avventura con la A maiuscola: poteva mancargli una tracolla sportiva, polverosa, un po' consumata, dove infilare a casaccio oscuri frammenti di papiri egizi, preziosi rubini staccati a divinità indù, idoli aztechi d'oro massiccio, prima di ripartire di corsa, a piedi a cavallo a dorso di cammello, in cerca del tesoro segnalato sulla relativa mappa? (Attenzione, però: la X non indica mai -o quasi- il punto dove scavare!) . Della borsa di Indy ho addirittura trovato una fedele riproduzione in vendita su internet. Potrei ordinarne una, spese di spedizione comprese.... Ma no, in fondo non mi serve... e poi, il mio armadio già trabocca... Però, com'è difficile rinunciare ad un pezzetto di sogno, specialmente quando può arrivarti comodamente impacchettato a casa!
Più che per le borse, intese come accessorio femminile, io ho un debole per le valigie ed i borsoni da viaggio in cuoio, come usavano prima dell' avvento dei nuovi materiali leggeri,
RispondiEliminaindeformabili, antigraffio: tanto pratici quanto privi di poesia. Li uso anch'io, per comodità, ma quanta nostalgia delle belle borse da viaggio di una volta, sempre leggermente graffiate ed elegantemente vissute con quell' inconfondibile odore di cuoio.
La borsa per me è tutto il mio mondo. Ogni anno acquisto una borsa simile a quella consumata, con gli stessi scomparti e nascondigli. Porto con me di tutto, naturalmente in formato ridotto, altrimenti sarebbe pesantissima. Sono esemplari riferiti ai miei affetti più cari che mi fanno compagnia nel turbinio della quotidianità. Ma anche attrezzi da lavoro in formato mini. Non svelo il segreto ma posso dire che non porto cosmetici né profumi. Devo dire che Roby sa toccare le corde più sensibili della memoria.
RispondiEliminaA proposito di tracolle polverose e di borse da viaggio (e tralasciando le battute maschili sulle borse delle donne), a me ha fatto una gran impressione una scena di “Il destino”, un bel film di Yussuf Chahine. Siamo in Andalusia; uno studente ricopia con cura i libri “proibiti” del filosofo Averroé e parte verso l’Europa interna, verso Parigi e la Germania. Ma, alla fine del viaggio, il suo prezioso e meticoloso manoscritto è illeggibile: l’acqua, la pioggia, le traversate pericolose dei fiumi, lo hanno rovinato irrimediabilmente.
RispondiEliminaUna scena molto realistica, invece i film d’avventura sono pieni di manoscritti e di fotografie che superano indenni il sole del deserto, i topi e gli insetti, gli incendi, e l’umidità delle cantine vicino al Tevere o all’Arno.
(oggi, nei film, tutti hanno una valigetta al seguito: dentro c’è un computer portatile) (e ci smanettano sopra come niente fosse, nei posti più improbabili).
Giuliano, perché non vuoi parlare delle battute sulle borse delle donne? I maschi non sono mai riusciti a scoprire i segreti che una borsa di dopnna può contenere. Fai un'ipotesi.
RispondiEliminaC'è una borsa tristissima ne Il maestro di Vigevano, con Alberto Sordi nella parte del protagonista. Il film è drammatico-grottesco e Sordi fa una parte da sfigato-cattivo, il maestro Mombelli del romanzo di Mastronardi, e gira col basco in testa e con una borsa sdrucita e rigonfia, facendola dondolare avanti-indietro. In quel dondolìo si esprime la tragedia di quest'uomo disprezzato da tutti, perché essere maestri a Vigevano vuol dire essere morti di fame, e che viene tradito dalla moglie ed abbandonato dal figlio, eppure insiste a continuare a fare il maestro non amando per nulla né quello che insegna né i ragazzi.
RispondiEliminaUn film che facciamo di tutto per cercare di dimenticare, ma è uno dei migliori di Petri, con una grande interpretazione di Sordi, vera in un modo imbarazzante.
saludos
Solimano
Cara Isabella, un mix tra il pozzo di san Patrizio e i sotterranei del Vaticano...
RispondiEliminaBene, Giuliano, fuochino. Vai ancora più indietro. Il Pozzo di San Patrizio e i sotterranei del Vaticano sono troppo giovani.
RispondiElimina... il vaso di Pandora?
RispondiEliminaPer la serie: LE BORSE DELLE DONNE... In "un giorno per caso" con Michelle Pfeiffer e George Clooney, la Pfeiffer ha una borsa a tracolla di colore indefinibile e di forma informe, da cui estrae come da un cappello a cilindro cambi d'abito, riserve alimentari, costumi di carnevale per i bambini, e tanto altro ancora. Alla fine, come per magia, ci scappa pure la love story con Clooney...
RispondiEliminaBaciabbracciepopcorn a tutti!!!
ROBY
Giuliano, ancora più indietro.
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