La voce della luna di Federico Fellini (1990) Dal racconto di Ermanno Cavazzoni, Sceneggiatura di Ermanno Cavazzoni, Federico Fellini, Tullio Pinelli Con Roberto Benigni, Paolo Villaggio, Nadia Ottaviani, Marisa Tomasi, Angelo Orlando, Susy Blady, Nigel Harris, Patrizio Roversi Musica: Nicola Piovani Fotografia: Tonino Delli Colli (122 minuti) Rating IMDb: 6.2
Giuliano
Siamo nel 1989, sono seduto in un bel cinema di Milano e sto per vedere l'ultimo lavoro di Federico Fellini, che s'intitola "La voce della luna". Dietro di me, una signora anziana che non riesce a stare zitta:" I film di Fellini sono sempre sui matti. Sono tutti matti nei film di Fellini. Nei film di Fellini non ci si capisce mai niente: per forza, sono tutti matti in quei film."
Evidentemente portata al cinema controvoglia, mentre avrebbe preferito fare qualcos'altro, la signora sfogava il suo malumore sui parenti (o amici ) che ce l'avevano portata, e anche su di me e sugli altri spettatori a lei vicini; ed era ovviamente un po' fastidiosa, più che altro perché avrebbe continuato a ribadire il suo punto di vista per tutta la durata del film, con costanza degna di ben altra causa. Ma, insomma, il film non era ancora incominciato, e anzi non c'era ancora nemmeno il buio in sala...
Evidentemente portata al cinema controvoglia, mentre avrebbe preferito fare qualcos'altro, la signora sfogava il suo malumore sui parenti (o amici ) che ce l'avevano portata, e anche su di me e sugli altri spettatori a lei vicini; ed era ovviamente un po' fastidiosa, più che altro perché avrebbe continuato a ribadire il suo punto di vista per tutta la durata del film, con costanza degna di ben altra causa. Ma, insomma, il film non era ancora incominciato, e anzi non c'era ancora nemmeno il buio in sala...
Poi il film comincia, ed è davvero un film sui matti. E' tratto da un libro dello scrittore Cavazzoni, che si intitola "Il poema dei lunatici"; e il protagonista è un sorprendente Roberto Benigni, in una delle sue prime interpretazioni proprio da attore vero; con lui, Paolo Villaggio nei panni di un rancoroso e anziano signore, a prima vista lontano anni luce dal suo Fantozzi ma ben dentro alle sue corde più nascoste. Due vere interpretazioni, due prestazioni d'attore degne dell'Oscar, se l'Oscar fosse una cosa davvero seria e non un premio più che altro commerciale.
Ma il film è confuso, slegato, arruffato e spesso gridato, una continua festa di paese con rari momenti di quiete; e tutto l'inizio si svolge in un cimitero, dove il Pierrot Lunaire di Roberto Benigni (il personaggio si chiama Salvini, e assomiglia molto a questa maschera francese) si aggira tra strani personaggi e tra loculi abbandonati.Insomma, la signora dietro le mie spalle era un bel po' noiosa ma non aveva tutti i torti. In più, non faceva che ripetere quello che è il luogo comune più ascoltato parlando di Federico Fellini, al di là dei discorsi della critica ufficiale e dei pareri della gente del mestiere: " nei film di Fellini non ci si capisce niente".
Ho rivisto tempo fa "La voce della luna" registrandolo nottetempo, in una replica Rai fatta più per dovere che per convinzione (era il decennale della morte di Fellini). L'ho trovato bello ma discontinuo, e non così confusionario come mi era parso quel giorno, (complice anche il borborigmo continuo di quella signora nelle mie orecchie, e magari anche il rumoroso impianto di ventilazione di quel cinema di lusso).
Se vi capita di rivederlo, armatevi di pazienza: ci sono molte belle sequenze, il personaggio di Paolo Villaggio è di quelli memorabili, e da ricordare con affetto e con ammirazione è soprattutto il finale. Salvini (cioè Roberto Benigni) per tutto il film cerca di parlare con la Luna, cercandola un po' dovunque ma soprattutto nei pozzi. E, nel finale, dice questa frase: " ...se soltanto si facesse un po' di silenzio, allora si potrebbe capire qualcosa."
E' la conclusione non solo del film, ma di tutto il cinema di Fellini; ed è una riflessione sul nostro presente, una delle più profonde e profetiche. "Se soltanto si facesse un po' di silenzio, allora potremmo capire qualcosa..."
Passo a volte da te e ti leggo sempre volentieri, volevo dirtelo. Grazie Giulia
RispondiEliminaUn grazie grande come una casa (di quelle belle, col giardino e tutto il resto) anche a te.
RispondiEliminaGiuliano
(io sono un po' pigro nel lasciare messaggi...)
Del film mi ricoro una scena profetica e poetica: un gruppo di grasse donne africane, vestite alla Via col Vento, sedute forse attorno a un falò sotto un frutteto che più romagnolo non sarebbe potuto essere.
RispondiEliminaAnche nei film confusionari, Fellini produceva l'immagine che sintetizza presente passato e futuro, reale e immaginario, citazione e frase originale, locale e globale, alto e basso.
Nicola
Sto scrivendo una tesi intitolata
RispondiEliminaDa Il poema dei lunatici di Cavazzoni a La voce della luna di Fellini
Cercando qualche immagine del film sono capitato qui e mi sono sorpreso della coincidenza: trovare un post a riguardo su un blog di cinema col mio stesso template (anche se nel mio il cinema è uno degli argomenti trattati).
Curioso.
Per me il film è un capolavoro, ma studiando a fondo qualcosa è facile finire per amarla; inoltre devo ammettere che riguardo a Fellini mi è difficile essere oggettivo e critico, amo sempre il suo cinema...
Un saluto
E' un post uscito nei primissimi tempi di questo blog, per questo è rimasto un po' approssimativo e sono stato molto sul personale.
RispondiEliminaMi dispiace di non poterti dare molto di più, "La voce della luna" l'ho visto quand'era uscito e non mi era del tutto piaciuto, ma col passare del tempo ha preso valore e ogni suo momento meriterebbe una sosta.
E' quello che ho fatto con "I clowns", che è qui in archivio, e che ho intenzione di fare con gli altri film, ma un po' alla volta. Come avrai visto, io e Solimano abbiamo dedicato molto spazio a Fellini: se qualcosa serve per la tua tesi, siamo ben contenti.
(Come avrai notato, non siamo dei critici ma solo degli appassionati di cinema).
Grazie Ivan, se torni a trovarci sei il benvenuto.
L'immagine potrei usarla, adesso vedo. Il vostro blog invece lo guarderò sicuramente, ormai è quasi un archivio, immenso: complimenti.
RispondiEliminaIo credo che la distanza tra critici e amanti del cinema così appassionati, sia meramente professionale.
Magari quando finisco la tesi, ne pubblico qualche brano sul blog e vi posto il link, così per curiosità.
ciaociao
Grazie Ivan, ci mettiamo in attesa - non solo per Fellini ma anche per Cavazzoni.
RispondiEliminaIntanto tieni presente che la settimana prossima dovrei iniziare con "Roma" e con il "Casanova", che mi terranno occupato per un bel po'.
A presto.