Roby
Quando ho seguito il mio legittimo coniuge al cinema per vedere questo film sapevo, naturalmente, che si trattava di una sorta di documentario sulla vita dei monaci della Grande Chartreuse, fra le montagne vicino a Grenoble: ma supponevo che il silenzio del titolo alludesse soprattutto alla pace interiore ed all'assenza di devastanti passioni terrene, più che ad una oggettiva mancanza di suoni. Quanto mi ingannavo! Oltre che uno sbaglio, lo confesso, per me l'intera pellicola è stata un unico grande sbadiglio. Mentre il fortunato mortale che può fregiarsi del titolo di mio consorte prorompeva in continue esclamazioni tipo: "Ma come ca... ha fatto questo a trovare una luce così???", oppure "Che meraviglia!!! Guarda, guarda che inquadratura... che taglio... che purezza formale...", io annuivo stancamente, cercando la posizione più comoda per schiacciare un sano pisolino post-prandiale. Certo, bisogna capirlo: la fotografia è la passione di tutta la sua vita, trasformatasi addirittura nel suo lavoro, per cui solo uno come lui poteva andare in visibilio davanti all'inquadratura -della durata di circa 5 minuti- in cui la telecamera fissa (sic) riprende un ragno (sic) intento a tessere la sua tela (sic) in un tranquillo angolino del sonnolento monastero. Posso benissimo ammettere che il regista abbia fatto miracoli, considerato che gli inflessibili fraticelli gli avevano categoricamente proibito l'uso di luci artificiali, spot, pannelli riflettenti, ecc. ecc. Posso anche riconoscere l'estrema poesia e l'indiscusso fascino di alcuni scorci del monastero, specialmente d'inverno. Posso, infine, aver trovato divertente la scena dei monaci che ridono e scherzano, rotolando sulla neve fresca. Ma non posso, tuttavia, fare a meno di chiedermi perchè trarre da tutto ciò una pellicola di ben due ore e quaranta minuti (doppio sic) abbondanti, quando la metà -per non dire un terzo- del tempo sarebbe stato più che sufficiente, almeno per tanti comuni mortali come me, non intenzionati a prendere i voti nè malati di arte fotografica, nè tanto meno dediti alla meditazione trascendentale. E' appunto nella speranza di ottenere risposta che pubblico questo post e attendo -in perfetto silenzio- illuminanti commenti. Augurandomi, francamente, di non dovere aspettare circa 19 (diciannove) anni, ossia il tempo impiegato dal padre rettore del convento per dare a Groening il sospirato ok alle riprese.
NB: per gli interessati, il sito ufficiale del film (con molte belle immagini) è http://www.diegrossestille.de/
Non ho visto il film, ma so di cosa si tratta e credo di avere qualche titolo per poter rispondere almeno un po’ a Roby. Ci provo, e metto giù qualche appunto meglio che posso.
RispondiEliminaIo di film “pensosi e contemplativi” ne ho visti tanti, e me lo hanno sempre rimproverato. Non sono film per tutti, a partire da Bergman e Fellini: non c’è niente di male nel vedere o no film “difficili”, si può fare l’una e l’altra cosa. Per molti il film è qualcosa che deve divertire, far passare un paio d’ore divertenti: io sono d’accordo ma non sono così drastico, e se trovo qualcuno che mi insegna cose nuove sono sempre contento.
Tarkovskij e Bergman sono stati i miei libri di filosofia: perché io i libri di filosofia non sono mai riuscito a leggerli, quello che so (poco) lo devo al cinema e alla musica, o ai ritagli di giornale.
Ma qui stiamo parlando di film con una trama, una storia: dirò allora che ho visto anche i film di Paradzhanov (ne porterò un paio appena posso), che sono degli anni 60-80 ma sembrano film muti, però a colori. Qui la storia svanisce, ma le immagini sono meravigliose.
Questo è un altro aspetto del cinema: c’è la storia, come nei romanzi, ma ci sono anche le immagini, che nei libri non ci sono, e per di più in movimento. Confesso di aver visto molti film solo per la bellezza delle immagini, e ancora oggi se penso all’inizio dell’Alexander Nevsky di Eisenstein mi commuovo. Ma qui passo la parola a Solimano e Isabella, che ne sanno più di me.
L’ideale sarebbe avere una perfetta fusione fra storia, immagini, recitazione, musica: per fortuna è successo un bel po’ di volte, al cinema: di questo stiamo parlanod.
Tornando a questo film, ammetto di essermi rifiutato di andarlo a vedere. So che è un film nobile e che merita un encomio, soprattutto di questi tempi, ma film simili – soprattutto orientali e in ambito buddista – ne ho visti in passato, e non è che mi abbiano entusiasmato. Così come non mi entusiasmano la maggior parte dei documentari sugli animali, dove troppo spesso si cerca di imbastire una storia che non c’è e non ci può essere, magari mettendo in scena l’essere umano che ha girato il documentario. Sono ibridi che non mi piacciono: se guardo un documentario sugli animali, io voglio vedere gli animali, e so che è difficile fare delle belle riprese. E se voglio sapere com’è la vita dei monaci, penso che serva di più una bella intervista, con immagini e fotografie, rispetto a un film di due ore e quaranta...
Detto questo, ho il massimo rispetto per chi gira questi film, e ancora di più per chi glieli finanzia e li distribuisce. In epoca di spot-television, direi che bisognerebbe fargli un monumento.
(Rileggo e mi rendo conto di aver fatto un bel po’ di confusione: ma era solo un tentativo di iniziare il discorso).
Quando diedi corso alla personalizzazione di questo blog, mi accorsi che i blog sul cinema sono considerati nella categoria "Intrattenimento", mentre i blog sui libri sono considerati nella categoria "Cultura". Per cui Eisenstein sarebbe intrattenimento ed Harmony cultura.
RispondiEliminaE qui va fatta una distinzione chiara fra due termini molto diversi: ignoranza e ignorantaggine.
Ignoranza non è peccato, bisogna anzi preoccuparsi di dare un proprio contributo a fare in modo che chi non sa abbia l'opportunità di sapere, senza fargli venire il mal di testa e senza spaventarlo. Una azione di divulgazione acculturata che si fa troppo poco e a cui mi dedico volentiari: nel Nonblog di Habanera sto riprendendo diversi brani riguardanti la fruizione artistica resa più piacevole (piacevole, non facile), una operazione che già ho tentato con i Bei Momenti, e i risultati li ho visti.
Ignorantaggine è peccato, e molto grosso. E' la iattanza dell'ignorante fiero di esserlo, cosa diffusissima in Italia, e che non riguarda solo persone a bassa scolarità, tutt'altro. Ignorantaggine è svilire, svaccare, scambiare la serietà per seriosità e se si scherza, farlo alla Tersite.
E' bene che qui nel blog compaiano senza esclusioni tutti i generi di film, compresi i più commercialmente diffusi, che spesso sono assai gradevoli, ma il tono deve essere alto, che non vuol dire serioso, ma vuol dire inclusivo e non da piccolo orticello. L'obiezione potrebbe essere: "ma allora saranno di meno quelli che ci verranno a trovare", ma la risposta è "il peggio non è mai morto e ce ne sono tanti che già usano simili toni, ci prenderebbero per uno dei soliti blog in cui quello che svacca di più è quello che ha ragione", il che significa, a pensarci bene, che il tono alto, il tono da cultura viva (di cui non mi vergogno, tutt'altro) alla fine si rivela commercialmente (eh sì!) più vincente, perché non sono in molti quelli che possono permetterselo, un po' di spessore ci vuole. Dico questo con schiettezza e mi batterò perché così accada, fra l'altro le visite e le pagine viste sono buone, e ci possiamo benissimo permettere di mostrare un po' di cose che sappiamo, e che - soprattutto - amiamo. E' un servizio fatto anzitutto a noi stessi ed anche ad altri che sono molti di più di quello che ci si immagina, specie se lo facciamo da amatori e non da pedanti.
saludos
Solimano
Roby, non ho visto il film, ma il problema che poni m’interessa molto. Considero la cinematografia la settima arte, con le stesse finalità delle altre, ma con la specificità di raccontare attraverso immagini in movimento. La velocità con cui si susseguano le immagini fa parte del tipo di racconto che si vuole fare. Non mi intendo molto di musica , ma i tempi delle scene sono come i tempi di una sinfonia, lento, allegro, allegro con brio, andante , etc. La luce è una componente decisiva: eterea, estesa, sfumata, caravaggesca, en plein air, è l’elemento caratterizzante la pittura e la fotografia, sostanzialmente statiche. La macchina da presa, invece, si può usare con effetti pittorici o fotografici, ma non si può prevaricare l’essenza della cinematografia che è l’arte del movimento. In questo ricordo alcune scene di Hitchcok, in cui sfrutta tutte le possibilità tecniche della cinepresa per tenere alta la tensione negli spettatori.
RispondiEliminaGiuliano, secondo me vi sono film che insegnano a pensare e libri che suscitano immagini. Così sono i romanzi di Thomas Mann che scrive visualizzando pittoricamente personaggi e ambienti.
Solimano, hai ragione per la qualità che bisogna perseguire in rete. Ma i film che presentiamo su abbracci e pop corn, sono solo un pretesto per esprimere le nostre emozioni da spettatori. Comunque manca la componente spazio–temporale che è l’essenza dell’arte cinematografica. Ho avuto la fortuna di acquistare un cd di letteratura dell’ottocento in cui la presentazione dei romanzi, specialmente inglesi viene fatta con clip prese dai film, come ad esempio “Cime tempestose”. Penso che in questo modo la storia della letteratura sarebbe più accattivante per tutti.
Isabella, non sono del tutto d'accordo.
RispondiEliminaE' vero che al centro di ciò che scriviamo ci deve essere la nostra emozione - intesa al tempo stesso come fatto neuronale e di pancia - ma è anche vero che senza il repossoir del film quella emozione non ci sarebbe, resterebbe latente in noi.
Sulle immagini hai ragione, ma ad esempio io sono contrario ad introdurre nel blog le odierne prodezze di You Tube.
Prima di tutto perché lo fanno in tanti, e saremmo presumibilmente perdenti, perché il valore aggiunto in gioco non è il nostro e giocheremmo in trasferta.
In secondo luogo, in fondo You Tube che cos'è, se non un bigino del film? Se riusciamo ad individuare una (meglio due) immagini del film che abbia un portato di emozione analogo a quello del nostro scritto e con esso coerente, il più è fatto: chi ha visto il film ci si riconosce, chi non l'ha visto può vederlo con una informazione - importante - in più.
Sto dicendo che le due immagini non sono qualcosa di meno rispetto a You Tube, ma sono qualcosa di altro. Come un bozzetto del Barocci aveva una sua indipendente funzione al di là del quadro che ne derivava.
Il fatto che io stia utilizzando con intensità lo scanner (e magari qualcun'altro sarebbe bene che lo facesse, nelle biblioteche i libri illustrati sui film ci sono)ci aiuterà, perchè il nostro problema non riguarda solo i film che mettiamo adesso, ma anche i film già messi da tempo. La nostra logica è anche e soprattutto che ogni post deve essere trattato come fresco di giornata: la colonna a destra, che è apparentemente pletorica, ma in cinque minuti si capisce come usarla utilmente, ha proprio questo scopo, e il numero molto elevato delle pagine viste rispetto alle visite conferma che chi ci visita fa proprio così.
saludos
Solimano
Sì, sì, Solimano, non varrebbe la pena mettersi a competere con you tube che odio! Ho solo cercato di evidenziare la diversità tra pittura, fotografia e cinematografia.
RispondiEliminaAd maiora
Premessa: da due giorni non riesco ad aprire i commenti dei blog Splinder, così alcune utili e gradevoli relazioni con alcuni blog sono interrotte. Ho provato a scrivere a Gabrilu di NonSoloProust ma il sistema mi rimpalla la e-mail. Domani interesserò Claudio e Barbara, visto che Giorgio è in Sardegna in una zona che già la luce elettrica sarebbe da far festa in piazza.
RispondiEliminaVengo a You Tube. Io non lo odio, lo trovo piccino come schermo, ma crescerà, credo. Devo ad YouTube alcune bellissime esecuzioni musicali (classica e leggera)specie sul NonSoloProust, in cui ho visto anche un bellissimo filmato su Parigi girato proprio dalla Signora Blogghiera.
Ma dobbiamo avere un progetto chiaro, sapere cosa fare o non fare qui, non atteggiarci a tuttologi.
Sul tono alto, Roby è molto furba: sa vestire bene la maschera naive, che serve a far capire bene l'emozione del film, però poi ti spara dei brani in Stile libero in cui la maschera (tutti le usiamo, le maschere, e facciamo bene)è un'altra. L'importante è che il viso non sia la maschera, tutto qui.
saludos
Solimano
Cari G., S. ed I., GRAZIE (soprattutto per non avermi fatto aspettare troppo a lungo i vostri commenti... E DAI, SCHERZO!!!): a Giuliano voglio assicurare che Eisenstein mi si confarrebbe certamente più di due ore e 40 di abbazia cistercense, ma che purtuttavia ho anch'io tutto il rispetto possibile per Groening e la sua fatica... Isabella, il discorso della luce mi trova d'accordo, così come quello dei tempi "musicali" delle scene di un film... Solimano, io "FURBA"???? Oh, mon Dieu, nessuno me l'aveva mai detto!!!!ADULATORE!!!!
RispondiElimina[;->]
A bientot
Roby
Odio you tube perché penso che la ripresa cinematografica o televisiva sia un'arte e che per non banalizzarla bisogna cconoscere le regole del comporre.Invece su you tube compaiono filmini orrendi per forma e contenuto. Roba da oscurare per la cattiva qualità delle riprese e per la confusione tra verità e contrafffazione. Orrore!
RispondiEliminaIsabella, non si vive di sola arte. Metti un paparino la cui adorata figlioletta faccia la Cresima. Vuoi che non faccia il filmato e non lo metta sul suo blogghettino? La gioia dello zio di Pozzuoli (o di Vigevano)e della cuginetta di Somma Vesuviana (o di Cusano Milanino)sarà grande. Gioiamo con loro, ci daranno i confetti, in una bella bomboniera artistica!
RispondiEliminasaludos
Solimano
Solimano, non posso accettare. I filmni privati devono rimanere nel privato. L'arte serve a migliorare l'esistenza dei singoli e della società nel suo complesso. Pollice verso alla quotidianità banalizzata!Orrore!
RispondiEliminaUn paio di cose:
RispondiElimina** "Il grande silenzio" avrei tanto voluto vederlo, ma quando l'hanno fatto al cinema qui a PA per vari motivi non sono potuta andare. Però mi interessa molto e prima o poi lo vedrò. Non ho la minima idea dell'effetto che mi farà.
** Sull'uso di YouTube: credo che anche qui, non bisogna esagerare nè talebanizzare.
Dire che la qualità dei filmati non è eccellente e/o che è meglio vedere un film sul grande schermo scusate, ma è talmente ovvio che non c'è nemmeno bisogno di dirlo.
YouTube però è una vera miniera per alcuni filmati assolutamente introvabili se non lì. Potrei fare esempi a bizzeffe di vere rarità specialmente musicali che ho trovato ma lo spazio non me lo consente.
Ma anche per i film "normali", io so solo che avevo cercato per mare e per terra e in tutti i negozi on line "Ascenseur pour l'echafaud" di Louis Malle (che non avevo mai visto) per comprarlo e non l'avevo trovato. Beh, l'ho trovato su YouTube e finalmente ho potuto vederlo. A spezzoni, sul piccolo schermo, come volete... ma intanto l'ho visto. Chiaro che se un giorno o l'altro trovo il DVD lo preferisco...
Insomma, io non sarei fondamentalista nemmeno nei confronti di YouTube. Lo si usa, non lo si usa a seconda di quello che si vuole fare e degli obiettivi che di volta in volta ci si propone, no?
Infine, già che ci sono, permettetemi una nota "tecnica": in questo blog (ma ho notato che anche in altri blog di questa piattaforma) non compare l'elenco con l'evidenziazione dei commenti recenti. Un vero peccato, perchè per seguire un discorso bisogna ogni volta scorrere tutto il rullo ed andarsi a cercare proprio quel post che interessa... e che magari non è nemmeno più in Home Page...
Gabriella, due osservazioni, anche ad Isabella.
RispondiEliminaYou Tube>. Quando sorge una cosa tecnicamente nuova, la prima reazione è sempre riduttiva.
Chissà come i dotti presero l'iniziativa di quel rompiscatole di Dante che pretendeva di scrivere in lingua volgare (volgarissima!) di argomenti alti.
E pensate lo sprezzo che sicuramente avevano le migliaia di strepitosi miniatori verso l'invenzione del signor Gutenberg.
Idem per le incisioni e le acquaforti.
E chissà cosa pensavano Apelle e Polignoto dei ceramisti attici, per di più schiavi.
Si parva licet, così accade in rete. Uno può scrivere in rete le cose migliori di questo mondo, ma finché non lo pubblichino in un libro a stampa (magari pagato da lui)non è contento. Finalmente, il libro escirà, e nessuno lo comprerà, anche perché esteticamente più brutto di quello che ha messo in rete.
Veniamo ad You Tube. Sono convinto che è una notevole miglioria tecnica, e che crescerà considerevolmente, già ho potuto apprezzare molto alcune esecuzioni musicali sul NonSoloProust, come ho detto. La mia opposizione (attuale) al suo inserimento qui è legata ad un fatto: che già oggi ci tocca dedicare molto tempo alla ricerca delle immagini (spesso due, e che fanno parte essenziale del post), se ci dedicassimo (adesso) ad You Tube sottrarremo tempo non trascurabile alla cosa che sappiamo fare meglio (o meno peggio): scrivere sull'emozione di quel certo film, che è the heart of the matter, la ragione di esistenza del multiblog. Vedremo in futuro, senza preclusioni. Che altri ci si dedichi proficuamente già adesso, è un vantaggio comune.
Commenti. Gabriella, hai ragione, ragionissima, mi sono informato da tempo e mi è stato detto che Blogger non lo consente.
Sarebbe importante, anche per tenere freschi e vivi i post pubblicati tempo prima, cosa per noi essenziale.
Ma siamo in mano a mirabili linkettari che credono di conoscere il mondo e le sue esigenze solo perché sanno quattro html. Occorrerebbe che a livello dei centri di assistenza ci fosse qualcuno in grado di ascoltare (soprattutto di capire!) le esigenze delle Blogghiere e dei Blogghieri.
Se qualcuno ha un suggerimento, me lo dica, l'esigenza c'è tutta.
saludos
Solimano
# GABRIELLA, grazie di esserti fermata a commentare il mio dissacrante post!!! Chissà, magari le poltrone di quel cinema erano un po' scomode, o forse ero io a non essere dell'umore giusto... Probabilmente, se mi ci metto d'impegno, riesco a rivalutare il mio giudizio sul film.
RispondiElimina# Neppure io "talebanizzerei" (oddio, che neologismo audace!)riguardo a YOUTUBE: anzi, Gabriella mi ha dato un'idea, a proposito di un paio di film che mi piacerebbe tanto rivedere, seppure a pezzi e a bocconi....
# SOLIMANO, io lo so cosa pensavano Apelle e Polignoto dei ceramisti attici: "Puah!!! Robetta da poco... Fra meno di una generazione, nessuno avrà più un loro vaso in casa!!"