sabato 9 giugno 2007

Il fiume

The River di Jean Renoir (1951) Racconto di Rumer Godden, Sceneggiatura di Rumer Godden, Jean Renoir Con Nora Swinburne, Esmond Knight, Arthur Shields, Suprova Mukerjee, Thomas E. Breen, Patricia Walters, Adrienne Corri Musica: M.A. Partha Sarathy Fotografia: Claude Renoir (99 minuti) Rating IMDb: 7.6
Giuliano
Un film dolce e delicato, con al centro la morte di un bambino: cosa immaginare di più atroce? Non è una morte cruenta, è che siamo in India, la Natura è molto presente, e la Natura fa di queste sorprese. Eppure è una morte straziante, alla quale bisogna abituarsi. Accade dentro ad un film che fin lì pareva parlare di tutt’altro, una storia di giovani donne che crescono e vivono i loro tormenti d’amore e di vita, sia pure in un ambiente esotico e lontano: nel 1950 l’India era molto più lontana di adesso.
Fa parte della vita, bisogna farsene una ragione. La vita continua, scorre come il grande fiume – il Gange - che passa vicino alla casa delle protagoniste: è il film che Jean Renoir gira dopo aver abbandonato gli USA e Hollywood, dove ha girato alcuni film fra i suoi migliori, ma che non è proprio il suo posto.
Renoir sembra iniziare una nuova carriera, la terza parte dopo “La regola del gioco” e “La grande illusione”, e dopo l’avventura americana: e lo fa con un film che è poco definire magico. E’ un altro film di quelli che si ha paura a toccare, perché va a toccare i temi più importanti della nostra vita. Meglio fermarsi un attimo prima, e citare i grandi pittori che qui come in pochi altri film (potenza del colore, usato meravigliosamente da Renoir per la prima volta) vengono evocati: il padre di Renoir, certamente, ma anche Monet, Courbet, Manet, Matisse...

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