martedì 5 giugno 2007

Good Morning Babilonia

Good Morning Babilonia di Paolo e Vittorio Taviani (1987) Sceneggiatura di Tonino Guerra, Paolo e Vittorio Taviani Con Vincent Spano, Joaquim de Almeida, Greta Scacchi, Désirée Becker, Omero Antonutti, David Brandon, Charles Dance Musica: Nicola Piovani Fotografia: Giuseppe Lanci (117 minuti) Rating IMDb: 6.6
Solimano
La mia esperienza di lavoro è stata di vendite, marketing e formazione, attività in genere spregiate da chi non le ha mai fatte, credono infattti che sia questione di parlantina più o meno sciolta. Non è così, ma non mi aspetto di convincere chi non vuole essere convinto (forse perché ha paura di accorgersi di sue aree scoperte), dico che chi sa di queste cose prima o poi si rende conto che è giustissimo un comandamento che i vecchi marpioni sanno bene: never oversell. Cioè non bisogna esagerare, quando hai venduto hai venduto, punto e basta. Perché insistere ottenendo il bel risultato di seminare dubbi nella testa del cliente? I fratelli Taviani ormai li conosco bene e so che questo difetto dell'oversell ce l'hanno, ed è inguaribile, lo si vede in azione in tutti i loro film. Pieni di idee e di creatività, tendono a tirare troppo la corda, ad esagerare, a mostrare quello che dovrebbe mostrarsi da solo, a farci su la predica con immagini e frasi a volte assertive e roboanti. Però, quante belle idee che hanno! In Good Morning Babilonia la storia è quasi epica. I due fratelli Bonnano, figli di un grande artigiano restauratore di cattedrali romaniche, sono cresciuti nell'arte paterna, ma a un certo punto succede il patatrac: il lavoro non c'è più. Così Nicola (Vincent Spano) e Andrea (Joaquim de Almeida) decidono di emigrare nel Nuovo Mondo, intenzionati a tornare quando saranno ricchi per festeggiare il babbo (Omero Antonutti, istrionico ma strepitoso). Traversie inenarrabili, compresa la custodia di maiali in un posto sperduto nel West, finché arrivano per una serie di combinazioni ad Hollywood, strapelati, orgogliosi e combattivi. L'intenzione è di costruire macchine scenografiche per il cinema, che è agli inizi, e c'è un certo D.W. Griffith (Charles Dance, l'attore migliore del film) che la mette giù dura, fra delirio, genio e prepotenza. All'inizio ai fratelli va male: vivono in una capanna, corteggiano due comparse che vorrebbero divenire attrici: Edna (Greta Scacchi, sì proprio lei, la mia amatissima Greta, mica brustulini) e Mabel (Désirée Becker). Solo che le due li snobbano, invitate spesso di sera in macchina da gente del giro, eh sì! Per sfogo disperato Nicola e Andrea costruiscono un grande elefante eretto. Le due giovani lo scoprono, sono ammirate e fanno l'amore con i fratelli, a ciascuna il suo. Diventano le loro donne, ma il direttore di produzione del film che Griffith sta girando (David Brandon) brucia con i suoi scagnozzi l'elefante, per sfregio invido. Edna e Mabel fanno in modo che Griffith veda il breve filmato dell'elefante quando c'era ancora, così i due fratelli hanno successo, ed Intolerance avrà le loro costruzioni scenografiche. Poi il film prosegue con vari accadimenti fino alla morte dei due fratelli nella prima guerra mondiale, ma è tutta una parte del film che non ho sentito mia, è un bel dramma patetico illustrato bene, mentre la parte delle difficoltà e del successo amoroso e di lavoro dei due fratelli è una meraviglia fiabesca e vera. Un film sul cinema, ce ne sono diversi di questo genere, anche Il giorno della locusta lo è, di tipo affatto diverso e già ne ho scritto, ma un atto d'amore verso il cinema come questo non l'ho mai visto, e nel dialogo a tavola fra il babbo Bonnano e D.W. Griffith emerge, per bocca del regista di Intolerance, l'argomento definitivo, il nesso fra l'arte delle cattedrali romaniche e il cinema, come lui stava iniziando a fare e come non sarebbe stato senza di lui, D.W. Griffith.

4 commenti:

  1. Di "Intolerance" volevo parlare subito, ma poi è partita quella polemica sui vecchi film... Pensare che è uno dei film più copiati della storia del cinema! (e il tema dell'intolleranza, purtroppo per noi, è ancora attuale)

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  2. Giuliano, parlane, di Intolerance. Abbiamo stabilito che la categoria dei film vecchi è universale, ce n'è qualcuno uscito due giorni fa. Anche qualcuno in corso di lavorazione...

    saludos
    Solimano

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  3. Hai ragione sul goodmornig, ma io continuo a rivederlo.
    quella scena: di chi sei figlio tu?
    noi siamo i figli dei figli dei figli...
    ecco, quella scena mi rende orgoglioso d'essere italiano, il che oggi fa un po' ridere, ché preferirei essere francese, spagnolo, israelita o palestinese

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  4. Remo, secondo me occorre evitare sia il cosmopolitismo tiramentoso che la meschinità campanilistica, un fratello e una sorella che vanno a braccetto. La soluzione è nel titolo di quella bella canzone, J'ai deux amours, mon pays et Paris, e se hai due amori veri, li fai contenti tutt'e due, da buon poligamo. Quello che non posso sopportare sono le storie tipo La compagnia aerea di bandiera. Quando mai, per un mezzo di trasporto... Comunque, Good Morning Babilonia è un film coinvolgente che rivediamo volentieri.

    grazie Remo e saludos
    Solimano

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