Roby
Se non vi piacciono le favole, non vi piacerà neppure questo film. Se poi siete allergici al cioccolato, non resisterete più di dieci minuti. E se, infine, l' happy end vi urta il sistema nervoso, alzatevi pure nell'intervallo fra primo e secondo tempo e tornatevene a casa, o -se a casa ci siete già- andate a farvi un giretto. Così potrò rimanere da sola davanti allo schermo, assaporando in santa pace le immagini avvolte nella carta color argento e oro tipica dei cioccolatini più raffinati, e divertendomi a individuare le citazioni sparse qua e là per tutta la pellicola. Già all'inizio, Juliette Binoche, pasticcera nomade con figlioletta e canguro (immaginario) al seguito, indossa un mantello scarlatto che sembra proprio quello della fiabesca Cappuccetto rosso. Quando poi comincia a risistemare il negozio che diventerà suo, sfaccenda qua e là come Mary Poppins, estraendo dalla borsa oggetti che sanno di magìa. E come la famosa istitutrice creata da Pamela Travers, quando il vento cambia decide anche lei di mutare destinazione, ripartendo con armi e bagagli. Salvo poi innamorarsi del vagabondo/zingaro Johnny Depp (così come Mary dello spazzacamino Bert), capace di darle la sicurezza e la stabilità che le mancavano, aggiustandole a dovere la porta d'ingresso della bottega. Da quella porta, prima o dopo, è passato tutto il paese, conquistato poco a poco da quella creatura "diversa", fuori dagli schemi, dolce come il cacao che mescola nei suoi pentolini, eppure anche piccante come il peperoncino che a quel cacao sapientemente miscela. Nel frattempo sua figlia, la piccola Anouk, gioca e dialoga col suo compagno immaginario, il canguro Pantoufle (ogni riferimento al coniglio Harvey è puramente voluto), il quale, avendo una zampa rotta, necessita di mille attenzioni. In netta contrapposizione al dolcissimo, godurioso universo della chocolaterie si erge -a difesa della moralità e della morigeratezza del paesino- il sindaco, ottuso bigotto dedito alla mortificazione della carne. Ma come resistere alla vetrina pasquale ricolma di praline, bonbons, cremini, bignè, tavolette al latte e statue di cacao fondente? Come vincere la tentazione? Come trattenersi? Santo Cielo, non chiedetelo a me, perchè io avrei impiegato meno di un amen a tuffarmici, con la delicatezza di un condor in picchiata e la leggerezza di un elefante in una cristalleria! E se poi, per favorire la digestione, Johnny Depp avesse insistito per portarmi a fare un giro in barca... beh, perchè no? Certo, il ragazzo è giovane e un po' naif: tuttavia, tempo 3 - 4 anni e la sua barchetta diverrà il veliero di Jack Sparrow, pirata dei Caraibi campione d'incassi. Perciò, mollate gli ormeggi, cazzate il pappafico e via così di bolina: prima che il vento cambi di nuovo.
Bello proprio romantico: la storia di due viandanti che si incontrano nel loro cammino...
RispondiElimina“Chocolat” è un gran bel film, molto francese (anche se il regista non è francese). Mi ricorda molto i film di Jean Pierre Jeunet (quello di Amélie), una provincia immobile e un po’ stralunata. E poi c’è Juliette Binoche che vale sempre la visita. L’unico difetto è che un po’ prolisso, ogni tanto si sfilaccia; ma poi l’apparizione dei pirati (pardon, zingari) gli ridà slancio.
RispondiEliminaJohnny Depp è un attore per cui personalmente stravedo, è bravissimo in ogni film che ho visto e straordinario in alcuni (in “Dead man” di Jarmusch, per esempio). Per chi vuole rivederlo come zingaro, consiglio caldamente “L’uomo che pianse” di Sally Potter , del 2002. (Cara Roby, però guarda che Johnny Depp non era mica tanto giovanotto all’epoca di questo film: ne dimostra molti di meno, ma ha già passato i 40 anche lui, e di film ne ha fatti tanti...)
Roby, l'ho visto questo film, ne sono sicura. Ricordo perfettamente alcune scene, soprattutto una, la Binoche che bussa ad una porta, di notte, e con lei c'è Cappuccetto Rosso. Però non mi ricordo assolutamente di Johnny Depp. Ho occhi solo per Sean Connery, ma come è ora, non ai tempi di James Bond...
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