Giuliano
C’è un collegio femminile, con tante ragazze giovani e carine; a una a una (ma anche a coppie, se capita) vengono eliminate, uccise da uno o più psicopatici assassini. Quando la mia preferita muore in un bagno di sangue, cadendo dalla finestra sopra lamiere taglienti, ho detto basta: no, quando c’è una ragazza così bella non la si può far fuori dopo dieci minuti, una così io la voglio fino alla fine. E’ qui che ho interrotto il mio rapporto con Dario Argento, tanti anni fa. Conservo la mia stima per lui, ma vedere in continuazione corpi di ragazze insanguinati è qualcosa al di sopra delle mie possibilità. So che a molti piace, a me proprio no.
Sbirciando in tv altri film di Argento, ho notato che lo schema è più o meno sempre lo stesso. E quindi ho scelto “Profondo rosso” , ma solo come esempio di genere: avrei potuto mettere “Venerdì 13”, di un altro regista americano (non so più quale numero della serie), che ho guardato soltanto come conseguenza dello sfasamento orario derivante dai miei turni di notte in fabbrica: su una nave, un gruppo di studenti festeggia la maturità. Arriva lo psicopatico assassino (forse un fantasma, con la maschera da hockey) e ammazza una studentessa che si è appartata per un momento; poi ne ammazza un’altra; poi ammazza uno studente; poi un professore. Quando, dopo circa venti minuti, un’altra giovane ragazza rimane da sola in una stanza, mi chiedo con insolita preveggenza: vuoi vedere che adesso arriva lo psicopatico assassino che forse è un fantasma, e la ammazza? Insomma, che palle: il film più prevedibile del mondo.
Tornando a Dario Argento, credo che sia un grande talento sprecato: perché il talento c’è, e si vede. Ci ha fatto i soldi, con questi film, e sono contento per lui perché non dev’essere una cattiva persona; vorrei solo che non nominasse così spesso e così a vanvera il nome di Hitchcock. Dario Argento un “Notorious” non lo girerà mai, dovesse vivere altri duecento anni; e nemmeno un “Rebecca la prima moglie” o un “Nodo alla gola”. Quanto a me, il film più spaventoso che ho visto in vita mia era “Sussurri e grida” di Bergman, che guarda caso è di poco precedente a “Profondo rosso” e partiva proprio da una stanza rossa: non c’è una goccia di sangue, in Bergman, ma l’angoscia, lo spavento, la reale presenza dell’aldilà, sono impressioni così forti e potenti che si ha paura perfino a raccontarle. Questa è la differenza tra un Maestro e un mestierante, tra un Musicista e un orecchiante; e mi dispiace molto che il cinema abbia preso a seguire proprio la strada dell’imitazione più rozza e infantile, quella indicata da Dario Argento e Lamberto Bava ai tanti Tarantino d’oltre oceano.
C’è un collegio femminile, con tante ragazze giovani e carine; a una a una (ma anche a coppie, se capita) vengono eliminate, uccise da uno o più psicopatici assassini. Quando la mia preferita muore in un bagno di sangue, cadendo dalla finestra sopra lamiere taglienti, ho detto basta: no, quando c’è una ragazza così bella non la si può far fuori dopo dieci minuti, una così io la voglio fino alla fine. E’ qui che ho interrotto il mio rapporto con Dario Argento, tanti anni fa. Conservo la mia stima per lui, ma vedere in continuazione corpi di ragazze insanguinati è qualcosa al di sopra delle mie possibilità. So che a molti piace, a me proprio no.
Sbirciando in tv altri film di Argento, ho notato che lo schema è più o meno sempre lo stesso. E quindi ho scelto “Profondo rosso” , ma solo come esempio di genere: avrei potuto mettere “Venerdì 13”, di un altro regista americano (non so più quale numero della serie), che ho guardato soltanto come conseguenza dello sfasamento orario derivante dai miei turni di notte in fabbrica: su una nave, un gruppo di studenti festeggia la maturità. Arriva lo psicopatico assassino (forse un fantasma, con la maschera da hockey) e ammazza una studentessa che si è appartata per un momento; poi ne ammazza un’altra; poi ammazza uno studente; poi un professore. Quando, dopo circa venti minuti, un’altra giovane ragazza rimane da sola in una stanza, mi chiedo con insolita preveggenza: vuoi vedere che adesso arriva lo psicopatico assassino che forse è un fantasma, e la ammazza? Insomma, che palle: il film più prevedibile del mondo.
Tornando a Dario Argento, credo che sia un grande talento sprecato: perché il talento c’è, e si vede. Ci ha fatto i soldi, con questi film, e sono contento per lui perché non dev’essere una cattiva persona; vorrei solo che non nominasse così spesso e così a vanvera il nome di Hitchcock. Dario Argento un “Notorious” non lo girerà mai, dovesse vivere altri duecento anni; e nemmeno un “Rebecca la prima moglie” o un “Nodo alla gola”. Quanto a me, il film più spaventoso che ho visto in vita mia era “Sussurri e grida” di Bergman, che guarda caso è di poco precedente a “Profondo rosso” e partiva proprio da una stanza rossa: non c’è una goccia di sangue, in Bergman, ma l’angoscia, lo spavento, la reale presenza dell’aldilà, sono impressioni così forti e potenti che si ha paura perfino a raccontarle. Questa è la differenza tra un Maestro e un mestierante, tra un Musicista e un orecchiante; e mi dispiace molto che il cinema abbia preso a seguire proprio la strada dell’imitazione più rozza e infantile, quella indicata da Dario Argento e Lamberto Bava ai tanti Tarantino d’oltre oceano.
Caro Giuliano,
RispondiEliminamolte cose che dici mi trovano d'accordo, come no, e fai benissimo a dirle. Non sono d'accordo riguardo Tarantino. Se tu dici "i Tarantino" ci può stare, perchè ce ne sono tanti che ci giocano con lo splatter del sugo di pomodoro, ma Pulp Fiction è un film da restare a bocca aperta, l'opera capitale degli anni '90. Ma ci torneremo e ne discuteremo.
saludos
Solimano
Caro Solimano, mi dispiace ma qui faccio come Nanni Moretti con la Wertmüller: “No, Tarantino no!!”. Ho visto di tutto, mi piacciono anche gli horror di serie C e i kolossal alla “Maciste contro Zorro”, ma Tarantino per me è una boiata pazzesca, se si parla di Tarantino io vado a fare un giretto, magari mangio un panino col salame e leggo Cocco Bill. Insomma, per dirla con lo pseudo Emilio Gauna,
RispondiEliminaHo visto tutto e non mi resta che Brusuglio:
là mi ritiro con malcelato orgoglio.
saludos
Giuliano
(PS: il panino col salame, e un succo di frutta all’albicocca)
C'è posto per tutti: Moretti e Wertmuller, Argento e Tarantino.
RispondiEliminaCi accapiglieremo, Giuliano, però io il panino lo preferisco con la mortadella.
Proprio a Brusuglio, a Lentate no?
saludos
Solimano
Mio padre andava al cinema nei primi anni '70 a vedere i gialli di Dario Argento, con mia madre che aspettava me. Sapeva che era un giovane collaboratore di Sergio Leone. Come te, lo ha abbandonato con Profondo rosso, anche se una sera vedemmo Phaenomena in televisione. Dovrei vedere quei primi film per giudicarlo.
RispondiEliminaCiao, Alexandra