Solimano
Sarà certo un guaio non avere il fren dell'arte, essere continuamente presi da una nuova idea e quindi non cogliere tutte le opportunità dell'idea precedente, non distinguere il grano dal loglio e quindi accendere il camino troppo alla brava rischiando di bruciare la moquette antistante o di affumicare tutta la sala. Rischi, trappole in cui la Wertmuller sarà caduta tante volte, fra l'altro contenta di caderci - aggravante o attenuante? Ma riuscire a non farsi incapsulare nel cinema di puro consumo, intessuto di superficiale grevità, senza diventare un maitre a penser del filmare stitico, non è stata una impresa da poco. Troppo generosa, corriva forse verso se stessa, infine generosissima con noi spettatori, specie gli acculturati che avevano ed hanno bisogno di prendere un po' di aria, di ridere anche, non col consueto sì ma, ma con l'inaspettato ma si! Il titolo completo è "Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare di agosto". Tutto vero, è un destino insolito: "Bottana industriala socialdemocratica!" così Gennarino Carunchio insolentirà Raffaella Pavone Lanzetti. Gennarino è del Sud, povero, sposato con tre figli - o erano di più? - orgogliosamente comunista. Raffaella è milanese, moglie di un industriale - quindi industriala è corretto - insofferente della inferiorità delle classi inferiori: se la sono cercata, l'inferiorità, col loro essere del Sud, poveri, comunisti, per giunta in barca - gli spazi sono stretti - non si cambiano la maglietta a metà giornata. Passano la giornata sulla barca, lei è padrona, lui manovale. Ma sull'isola del naufragio le parti si rovesciano e la Pavone Lanzetti le cercherà tutte per recuperare, persino il "Sodomizzami!" è un modo per riprendere il controllo almeno linguistico, ma il signor Carunchio, sul momento a disagio, conferma la superiorità col suo: "Quanto siete complicati..." in fondo tollerante e generoso: un comunista che, siccome la rivoluzione ha vinto, può fare persino il paternalista. Era il 1974, dopo tre anni ci sarebbe stato poco da scherzare, ma in quel momento si poteva essere felici a girare un film del genere nell' estate di un posto vicino alla Sardegna. Con la Melato e Giannini prodigiosi entrambi, lei forse di più. Il finale è debole e malinconico? Non è vero, il finale è quale doveva essere, Raffaella non poteva diventare la signora Carunchio, né Gennarino il signor Pavone Lanzetti. Nelle serate invernali, a televisore spento, Raffaella e Gennarino avranno continuato ogni tanto - non sempre - a ripensarsi, divenuti migliori entrambi dopo la convivenza di pochi giorni - e notti - prima rognosamente necessitata, poi per ambedue travolgente. In amore, certe strane cose succedono, è bene stare attenti, ci sono delle trappole e ci si cade dentro facendo finta di evitarle, ci si cade apposta, così ci ha insegnato la Wertmuller non volendoci insegnare alcunché: la sua forza grande. Wertmuller ha cominciato la carriera ancora ragazzina facendo la burattinaia, mestiere bello ma difficile: i bambini non perdonano, i bambini siamo noi.
Il film "Travolti da un insolito destino", per me, è una profezia per come sarebbe diventata la sinistra degli anni duemila. Operai e studenti del'68 hanno cambiato pelle e si sono appassionati alla gestioone di quel benessere e potere economico che contestavano. Molto bravo Giancarlo Giannini. Isabella Guarini
RispondiEliminaIsabella,
RispondiEliminaLina Wertmuller ha fatto diversi film buoni, uno sicuramente ottimo: Film d'amore e di anarchia, sempre con Melato e Giannini, ma anche con un grande Eros Pagni, e fra le parti minori ci sono anche Anna Buonaiuto e Enrica Bonaccorti. Poi ha fatto una fra le cose migliori della TV: il Giornalino di Gian Burrasca, con Rita Pavone nel ruolo capitale, e con una lista di altri attori che non finisce più: Garrani, Foà, Valeri, Valori, Merlini, Banfi... Risale al 1964. Poi regie teatrali, opere liriche, è stata perfino aiuto regista di Fellini per 8 e mezzo.
Appartiene a quella categoria di geniacci spregiata da certi critici. Secondo me sono invidiosi: l'estro o c'è o non c'è.
buona serata
Solimano