domenica 7 febbraio 2010

Le coppie nel cinema: Maledetto il giorno che t'ho incontrato (2)

Margherita Buy in "Maledetto il giorno che t'ho incontrato"

Maledetto il giorno che t'ho incontrato (1992) di Carlo Verdone Sceneggiatura di Carlo Verdone, Francesca Marciano Con Carlo Verdone (Bernardo Arbusti), Margherita Buy (Camilla Landolfi), Elisabetta Pozzi (Adriana), Giancarlo Dettori (Attilio), Stefania Casini (Clari), Renato Pareti (Loris), Dario Casalini (Flavio), Alexis Meneloff (Prof. Altieri) Musica: Fabio Liberatori Brani di Jimi Hendrix: "Stone Free", "The wind cries Mary", "Foxy lady", "Catfish blues" Fotografia: Danilo Desideri (112 minuti) Rating IMDb: 6.9

Solimano

Fra Bernardo (Carlo Verdone) e Camilla (Margherita Buy) si stabilisce un'amicizia di mutuo soccorso: entrambi sono andati dallo stesso psicanalista, entrambi soffrono per una delusione d'amore... per quanto... la situazione di Bernardo è chiara, Adriana (Elisabetta Pozzi) se n'è andata definitivamente col francese in tuta mimetica, mentre Camilla spera ancora di riuscire a farcela col Professor Altieri (Alexis Meneloff), lo psicanalista.

Oltre al continuo scambio di psicofarmaci, i due cercano di aiutarsi reciprocamente nella vita quotidiana, in modo da superare le rispettive fobie. Bernardo sta seduto su un baule e guarda l'orologio: dentro il baule c'è Camilla che si esercita sul fronte claustrofobia. La stessa cosa al cinema con i film terrorizzanti e sulla giostra stile Prater di Vienna per gli attacchi di vertigine. Sono tutti casi in cui è Bernardo che cerca di aiutare Camilla.

C'è un campo in cui è Bernardo ad essere più esposto: il sesso. Sarà che nella cassetta di addio Adriana ha discettato sulla minestra riscaldata, sarà che Bernardo ha qualche anno più di Camilla, fatto sta che è lei che ha il boccino in mano, negli argomenti di sesso: "Gli uomini come te pensano solo alle misure. Il vostro è il sesso visto dai geometri". Nel sofisticato dibattito sui vari tipi di bacio par di capire che sia Camilla a saperne di più:

Labbro a ventosa?
Conosco!
Labbro leggero?
Ooohhh!
Lingua a serpente?
Idem.
Lingua a pennello?
Com’è ‘sta lingua a pennello?
Ma non lo so, è un movimento ondulatorio, a largo raggio. Morbido, delicato, profondo.
‘Na passata de palato con la lingua! Quello è! Cioè, scavi con la lingua dentro...

Ma succede il patatrac. Inevitabile, perché Camilla, quando c'è di mezzo il rapporto (inesistente) col professor Altieri, non sente ragioni, è di un egoismo assoluto. Così, costringe Bernardo a prestare casa sua per una sera e per la succesiva notte perché è riuscita a combinare un incontro con Altieri . Il povero Bernardo deve aggirarsi per strada fino alle tre di una notte fredda. Quando rientra con una gran voglia di dormire trova Camilla in lacrime, perché l'incontro con Altieri non ha dato gli sperati frutti. Camilla continua a sfogarsi e Bernardo s'addormenta, Camilla protesta, Bernardo reagisce: Eh no le mani in faccia no! So' pure le quattro de mattina! Ma che m'hai preso pe 'n'ostaggio! Camilla distrugge una chitarra-cimelio che era appartenuta a Jimi Hendrix, Bernardo la caccia per le scale dicendo le ultime parole famose: "Maledetto il giorno che t'ho incontrato!" E finisce lì... almeno, parrebbe.

Sono passati tre mesi, e Bernardo è finalmente andato a Londra, per il progetto del libro su Jimi Hendrix. Ha necessità di procurarsi prove per uno scoop sull'ultimo giorno di vita dell'artista. Vede per strada un manifesto di uno spettacolo teatrale italiano, Insieme al nome del ben noto attore Attilio (Giancarlo Dettori), c'è il nome di Camilla! Bernardo quella sera va a teatro e vede la magnifica prestazione di Camilla in una commedia drammatica, poi si siede a parlare con Camilla e con Attilio, che sa di essere un personaggio e lo fa pesare. Più tardi, quando Attilio si assenta, Bernardo scopre che è l'amante di Camilla, che però non ne sembra contentissima, come attestano le seguenti parole: "Con lui è una scopata retorica, come andare a letto con i fratelli Karamazov".

Insomma, Bernardo e Camilla si capiscono ancora e il giorno dopo Camilla va con Bernardo in Cornovaglia, su un potente sidecar. Bernardo è ancora in caccia di chi può fornirgli lo scoop ed ha un indirizzo a cui rivolgersi. Camilla racconta una balla ad Attilio per stare fuori per un giorno e mezzo. Entrambi hanno reciprocamente negato di essere ancora schiavi degli psicofarmaci, ma in albergo scopriranno che non è così: Camilla ne è alla ricerca affannosa e Bernardo ha una sacca di plastica traparente con dentro ogni bendidio di psicofarmaci. Non è che abbiano intenzioni amatorie, ma la situazione li spinge ad approcci notturni forieri di buon proseguimento: è Camilla a muoversi per prima. Ma proprio durante il primo approccio mezzo scherzoso mezzo voglioso, piomba in camera Attilio, che da Londra ha capito l'andamento. Tira quattro sberle a Camilla, la licenzia in tronco dalla compagnia teatrale, Bernardo tira otto sberle (vigorosissime) ad Attilio, nell'albergo tutti si svegliano, inteviene persino la polizia... ed è la volta di Camilla di dire a Bernardo: "Maledetto il giorno che t'ho incontrato!".

Sembra però che tutto s'aggiusti. Il testimone-chiave per lo scoop vuole cinquemila sterline che Bernardo non ha. Telefona a Loris presso l'editore di Milano, ma gli vengono negate. Camilla vende un'anello prezioso e fa trovare a Bernardo i soldi sotto il tovagliolo del ristorante. Poi, istruita da Bernardo, va ad intervistare il testimone munita dell'attrezzeria. Compare giustamente vestita da fatina buona, se lo merita, e si mettono distesi sul letto per guardarsi la registrazione.

Niente da fare: nella registrazione non si sente l'audio, a causa un errore tecnico di Camilla. Bernardo non ne può più e gliene dice di tutti i colori. Camilla va in camera sua a vestirsi da sera per recuparare ed andare insieme al Ritz ma... ma... arriva Adriana, quella del francese in tuta mimetica. Vuol tornare con Bernardo, non c'è verso, sente che è l'uomo giusto per lei.

Camilla esce umiliata dalla camera; nel corridoio sente che Bernardo sta dicendo ad Adriana quel che pensa di lei: una poveretta... Scende per strada per prendere un taxi ed andarsene. Ma Bernardo, dalla finestra della camera, la vede sola in mezzo alla strada, e mentre Adriana fa la doccia se la svigna e sale sul taxi anche lui dicendo all'autista: "Al Ritz!"

5 commenti:

annarita ha detto...

E son contenta che sia finita così! Ho fatto il tifo per la sventata Camilla sin dall'inizio e ben le sta a quella smorfiosa di Adriana! Penso proprio che cercherò di vedere questo film. Mi permetto di segnalarti un refuso: nel testo del post accanto al nome di Alessio hai messo quello dell'attore Giancarlo Zanetti e non Dettori.
Salutissimi, Annarita

Solimano ha detto...

Annarita, grazie per la segnalazione del refuso. Mi sono fidato della memoria, senza andare a vedere le note tecniche sopra, che erano giuste... e Giancarlo Zanetti è amico di un mio amico...

Questa è una delle più divertenti commedie di Verdone e Margherita Buy è impagabile. E' brava anche nelle parti serie, ma sul versante umoristico-sentimentale ce ne sono poche così. Si è costretti a tifare per lei.

grazie Annarita e saluti
Solimano

Barbara Cerquetti ha detto...

Primo, e che te devo dì?
Lo so praticamente tutto a memoria, e non sto scherzando.
Verdone mi piace, ma questo film qua ha una marcia in più. E' meno clamoroso di quelli stile macchietta (Furio-Mimmo), ma la sceneggiatura è un continuo, che non da tregua.
Si va dal
"-che cosa contrapponi tu al giornalista in tuta mimetica, e suppongo grande scopatore? Una massaia cantonese!
-Sì, però te la sei fatta fuori tutta la cena de 'sta massaia cantonese"
al mitico
"basta con questi avtistucoli degli anni settanta, movti tutti in qualche albevghetto di Londva o Pavigi, dvogatissimi"
a
"rilancio fino al delirio schizzoide".

Da oggi in poi, caro Primo, fra noi ci sarà solo una parola d'ordine: POLLARIL!

Sarà l'utlo di battaglia di AEP, il grido contro qualunque tipo di paura psicosomatica!

Altro che Towanda (cit. di un altro mitico film)! ;-)

Solimano ha detto...

Barbara, e POLLARIL sia!

Però c'è un motivo, per cui il film ha una marcia in più e si chiama Francesca Marciano, perché la sceneggiatura é quadrumane: Verdone-Marciano.

C'è un rimpallo continuo dei due punti di vista: maschile e femminile.
Lo sa anche Verdone, che questo suo film ha una marcia in più, lo dice chiaramente in un'intervista. Per cui, l'episodio Magda-Furio è ammirevole, ancor più lo è l'architetto Manuel Fantoni nelle sue innumeri trasformazioni, ma non arrivano a questo, che non stufa anche se l'hai visto dette volte.
Carlo Verdone ha fatto altri film notevoli, quasi drammatici, come "Compagni di scuola", ma è qui il suo talento, che è tutt'altro che piccolo: non vedo commedie americane di quegli anni che siano arrivate a questo livello di fantasia creativa, apparentemente fatta di niente, ma non è così.

grazie Barbara e saluti
Solimano
P.S. Dimenticavo: POLLARILL!!!

touti ha detto...

l8c39e7i58 p9z50z6f25 a8b19y2t79 q8z28x7f25 p1i40a5q83 m8z90y8n47