giovedì 14 febbraio 2008

Roma nel cinema: Lo sceicco bianco (1)

Solimano
Il treno sta per arrivare alla Stazione di Roma Termini quando d'un tratto, fra i consueti casermoni popolari che attorniamo tutte le grandi stazioni, appare la Cupola di San Pietro che è talmente grande che sembra non lontana dai binari.
Giunti alla stazione, i due sposi in viaggio di nozze scendono dalla carrozza. Per chi non se lo ricordasse, sono Ivan Cavalli (Leopoldo Trieste) e Wanda Giardino in Cavalli (Brunella Bovo). Invece di un tassì, prendono una carrozzella, così hanno modo di ammirare le bellezze di Roma andando verso l'Albergo dei Fiori che li attende. La grande fontana moderna che è ubicata di fronte alla Stazione proprio sul lato opposto della vasta piazza, è impressionante per le molte statue e per l'abbondanza dell'acqua, anche se artisticamente non è particolarmente significativa.

In albergo avviene l'episodio ben noto: mentre Ivan si ferma vicino al portiere perché deve telefonare ai parenti per mettersi d'accordo sull'organizzazione della giornata, Wanda sale in camera e la prima cosa che fa è di aprire la finestra non tanto per guardare il panorama, ma per chiedere al facchino se può indicarle dov'è Via 24 Maggio. Noi, che non abbiamo l'urgenza di Wanda di conoscere lo Sceicco Bianco (Alberto Sordi), il panorama lo possiamo ammirare.

Il mio problema è che i posti li ho visti tutti, ma in genere non riesco ad abbinare il nome esatto, così chiedo l'ausilio dei romani. Mi succede così per il maestoso porticato sotto cui Wanda sta camminando per giungere alfine presso la casa di produzione che realizza il fotoromanzo in cui l'eroe principale è lo Sceicco Bianco, che lì non c'è. Ci sono invece gli altri personaggi che scendono in fila per le scale e poi salgono sul camion, su cui si intravede la figuretta di Wanda che sale per ultima, correndo verso il suo destino, che sarà di conoscere a Fregene lo Sceicco Bianco.


Lasciamola al suo destino, Fregene non è Roma, comunque Wanda tornerà in serata dopo molte traversie. Occupiamoci di Ivan, che ha preso atto con crescente proccupazione della sparizione della moglie e che deve per giunta fronteggiare raccontando storie che stiano in piedi il desiderio dei parenti di conoscere Wanda. I parenti sono autorevolmente guidati dallo zio (Ettore Maria Margadonna) accanto al quale Ivan si siede al ristorante fingendo di essere tranquillo. Nella finestra del ristorante appare una delle più belle fontane di Roma.



Ma il dramma di Ivan si svolge soprattutto in uno scenario ricco di storia, davanti al Quirinale e abbastanza vicino alle statue dei Dioscuri. E' lì che Ivan scopre casualmente in una busta una lettera battuta a macchina in cui lo Sceicco Bianco scrive alla sua Wanda chiamandola Bambola Appassionata come da lei richiesto. Lo sguardo di Ivan esprime perfettamente il suo doloroso stupore, da cui lo distrae solo per poco l'arrivo della Banda dei Bersaglieri che come sempre vanno di corsa fra gli applausi della folla. Ma la giornata è ancora lunga...
(continua)

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