tag:blogger.com,1999:blog-344684100306295084.post4928108674108339939..comments2024-03-06T11:14:53.119+01:00Comments on Abbracci e pop corn: La felicità porta fortunaSolimanohttp://www.blogger.com/profile/17301547043674128905noreply@blogger.comBlogger3125tag:blogger.com,1999:blog-344684100306295084.post-45719456464180586292009-01-31T15:03:00.001+01:002009-01-31T15:03:00.001+01:00Solimano e Annarita devo dire che all'inizio, guar...Solimano e Annarita devo dire che all'inizio, guardando il film. ero un po' perplessa. Forse cercavo una trama, una storia, non so... Ma poi, man mano che procedeva è stato davvero il personaggio a prendermi. La scena del flamenco l'ho trovata personalemente molto bella, perchè mi sono ritrovata. Anch'io spesso in situazioni analoghe non riesco mai a essere sempre seria, mentre intorno a me tutti sono molto compresi. Non è che non do importanza a quel che sto facendo, ma a volte è più forte di me, vedo il lato buffo di certe situazioni.<BR/>Po davvero viene da pensare: perchè dobbiamo essere così lugubri, a volte un sorriso, una battuta ti aiutano a vivere meglio.<BR/>Il volto della sofferenza non è unico, anzi a volte è più dietro a gente che non lo dà a vedere che non dietro quella maschera che lo esibisce...Concordo in tutto e per tutto con te Solimano su questo.<BR/>E sono d'accordo con questa tendenza di cui parli tu, Annarita, di chiuderci in questo guiscio di autocommiserazione.<BR/>Ho visto anch'io Segreti e bugie e mi è piaciuto molto.<BR/>Grazie<BR/>Cari saluti, <BR/>Giuliagiuliahttps://www.blogger.com/profile/18030035312124420166noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-344684100306295084.post-23276121192258007052009-01-31T11:49:00.000+01:002009-01-31T11:49:00.000+01:00Anche a me questo film è piaciuto. C'era il rischi...Anche a me questo film è piaciuto. C'era il rischio di scivolare nel ridicolo mettendo in scena per tutto il film un personaggio come Poppy, ma Mike Leigh e Sally Hawkins sono riusciti a dare credibilità ed equilibrio a una storia che avrebbe potuto incrinarsi e colare a picco facilmente in qualsiasi momento. Credo che nella realtà, come nel film, sarebbe difficile per molte persone non perdere la pazienza o non irritarsi davanti ad un personaggio singolare come Poppy, perché sono personalità che ci spiazzano con il loro comportamento e ci mettono di fronte ai nostri limiti. Sono pienamente d'accordo, se affrontassimo sempre i problemi con un pizzico d'ironia e soprattutto con il sorriso sulle labbra, forse tante cose andrebbero meglio. A volte però è troppo faticoso, come dice giustamente Solimano, e preferiamo barricarci nel nostro guscio di autocommiserazione. Ben vengano perciò iniezioni di sano ottimismo come queste. Salutissimi, Annarita.annaritahttps://www.blogger.com/profile/12372939132428525517noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-344684100306295084.post-38358836491459687762009-01-30T22:41:00.000+01:002009-01-30T22:41:00.000+01:00Benvenuta Giulia, è il tuo primo film come guest e...Benvenuta <B>Giulia</B>, è il tuo primo film come guest e sono sicuro che ne seguiranno altri, tuoi e di altre persone.<BR/>Questo film non l'ho ancora visto, ma certamente lo vedrò perché è di <B>Mike Leigh</B>, di cui apprezzo alcuni film ed in particolare uno dei film più belli e importanti degli anni Novanta: <B>Segreti e bugie</B> un film profondamente <B>moralico</B>, cioè morale di fatti, non di facciata, cioè <I>moralista</I>.<BR/>Due considerazioni.<BR/>Persone del genere, come la protagonista, esistono per fortuna veramente nella vita reale. Ho notato che spesso infastidiscono chi non è come loro, perché si sentono nudi, scoperti, di fronte alla gioia di essere vivi che loro non sanno nenche dove stia di casa e che cercano con tutte le scuse di non sperimentare. Danno fastidio perché li privano degli alibi, delle pezze giustificative. L'ho notato spesso, mi chiedevo il perché, poi me ne sono accorto: è proprio la gioia che li infastidisce, non la gioa-concetto, ma la gioia-fatto.<BR/>Poi c'è il rapporto che queste persone riescono a stabilire col dolore, il dolore vero, non quello che si indossa come alibi dei propri fallimenti, ma quello esperito da persone, lutti, eventi, malattie. Queste persone accettano il dolore, se si presenta (e si presenta), ma non diventano tristi per questo, pur soffrendo.<BR/>Io sostengo che a volte proprio l'esperienza del dolore vero, accettato e superato, può essere quella che permette di uscire dai consueti e diffusissimi schemi di sofferenza autoprodotta, che anche in rete folleggiano. Gente che crede di essere chiusa in cantina, ma la porta è lì, non chiusa a chiave, basta spingerla. Ma troveranno tutte le scuse per non farlo, perché la tristezza è comoda e la gioia impegnativa.<BR/><BR/>grazie <B>Giulia</B> e saludos<BR/>SolimanoSolimanohttps://www.blogger.com/profile/17301547043674128905noreply@blogger.com